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‘RADIO PENSIERI’, DOTTO: “De Rossi? È stata una violenza alla Roma: come si rinuncia a uno così?”

LaPresse

Ecco le opinioni dei protagonisti delle emittenti radiofoniche romane

Redazione

Quello delle radio romane è un fenomeno che non ha eguali nel resto d’Italia. Una pluralità di stazioni a fungere da piattaforma, una schiera di giornalisti, ex calciatori e opinionisti ad animare lo spettacolo. Ecco le opinioni dei protagonisti delle emittenti radiofoniche.

Giancarlo Dotto (Teleradiostereo 92,7): “Ieri una bellissima serata, ho apprezzato che la gente abbia raccolto l’appello di evitare invettive di rabbia. È stato un addio straziante e Daniele è stato ancora una volta impeccabile: la sobrietà con cui è riuscito a trattenere la tempesta emotiva ha qualcosa di grandioso. L’abbiamo raccontato spesso per le sue trasfigurazioni in campo, ieri invece è riuscito ad arrivare a questo mirabile controllo. È un uomo che ci ha sempre messo la faccia e sa come affrontare le grandi sfide della vita. È l’eroe della sfida solitaria come il capitano Achab. È stata fatta una violenza al resto della squadra, e non vale il concetto di catarsi: non arriva la purificazione, non si va oltre perché resta il tema duro dell’incomprensibilità: oggi tantissimi di noi devono ancora capire questa scelta, anche se fosse senza una gamba come si fa a rinunciare a lui? Si tratta di avere un minimo di contatto con il mondo delle emozioni. Nainggolan ha parlato come un professionista, poi sulla domanda su De Rossi si è sciolto dicendo cose straordinarie su di lui. ‘Volevo essere lì’ è una frase che me l’ha fatto amare, e sono già innamorato di lui. Siamo stati mutilati di tante figure fondamentali dell’identità romanista. Dzeko? Il tifoso doveva fare un sunto di questi anni, sapendo che era l’ultima volta che usciva dal campo: i fischi li ho trovati inadeguati".

Federico Nisii (Teleradiostereo 92,7): “Fossi stato tifoso dell’Inter sarei rimasto senza parole: Nainggolan voleva essere qui il giorno della partita più importante per loro? Il tifoso romanista ora è disorientato, avere De Rossi, la sua faccia, la sua storia, la sua espressione romanista, sarebbe stato un collante, un riferimento per il nuovo allenatore. Sarebbe stato tecnicamente utile, anche per dieci partite. Dzeko? Si è fischiata molto la prestazione, forse anche la stagione non positiva e le voci di mercato. E poi c’è stata la celebrazione di un’era che comunque lui ha segnato con i suoi gol”.

Max Leggeri (Centro Suono Sport 101.5): "A Trigoria e a Boston si erano convinti che il pensiero del popolo romanista fosse qualcosa di accessorio, e invece la tifoseria sta battendo questi signori che hanno dichiarato guerra ai romanisti. Uno sputtanamento planetario che ha investito Pallotta e tutti i suoi dirigenti, se fossi in loro mi vergognerei. L'inutile celebrazione postuma riservata a De Rossi, soprattutto sui social ufficiali, è l'ennesima dimostrazione dell'incapacità di questa dirigenza di comprendere cosa rappresenti la Roma. Ma Pallotta e i suoi dirigenti dove sono finiti? Per chi non se ne fosse accorto, è finita l'era Pallotta. Mi chiedo cosa resti ancora a fare? È stata assordante, per l'ennesima volta, l'assenza fisica e dialettica di questa proprietà e dei dirigenti autoctoni. Hanno attuato una politica di deromanizzazione e desentimentalizzazione della Roma, eliminando pezzo dopo pezzo tutti gli elementi più rappresentativi, annientando qualsiasi forma di pathos. Ci considerano clienti, non tifosi. Dovremmo cantare 'Grazie Azienda che ci fai vivere di plusvalenza'. Pallotta, sei accerchiato, vendi la Roma!"

Checco Oddo Casano (Centro Suono Sport 101.5): "Ieri lo stadio Olimpico ha scolpito la differenza tra il Romanismo e l'aliena e virtuale concezione della Roma 2.0 targata Pallotta. Non ricordo uno stadio così compatto nel delimitare un solco così netto nei confronti della proprietà di questo club. Dalla Sud alla Nord nel corso dei 90 minuti e oltre, è stata dichiarata lunga vita ai romanisti, a coloro che hanno dato e speriamo daranno tutto per la causa giallorossa e la fine sportiva di chi ha calpestato i sentimenti della gente. Nonostante qualcuno tenti in maniera maldestra di sommergere la realtà, è chiaro ed evidente che la proprietà statunitense agli occhi della stragrande maggioranza dei tifosi, abbia terminato la sua corsa. Non è scialba retorica, è un fatto. Agnelli a Torino si è sempre preso fischi e applausi, mettendoci la faccia, ieri Zhang era nello spogliatoio con i suoi giocatori, il presidente della Roma e i dirigenti anche ieri sera sono rimasti nell'ombra e si sono fatti notare per il loro assordante silenzio. L'immagine della Roma di oggi è una società senza alcun progetto, senza dirigenti - se non Fienga - formalmente incaricati di ripartire, senza un allenatore e con buona parte dei calciatori disinteressati alle sorti sportive di questo club. E' uno scenario drammatico".

Fabio Petruzzi (Centro Suono Sport 101.5): "Quelle di ieri sono emozioni che solo noi romani e romanisti possiamo capire. Daniele, anche nel suo festeggiare, è stato un grandissimo uomo, ha ringraziato tutti senza escludere nessuno. Dzeko? Ranieri voleva dargli la passerella finale ma ha rovinato tutto. È tutto l'anno che Edin non va".

Stefano Carina (Radio Radio Pomeriggio 104.5): “Ieri non è stata una festa, non può esserlo quando arriva un commiato per una decisione unilaterale. Oggi la Roma ha voltato pagina. Con l’addio di Totti e De Rossi, si chiude una parte della storia di una determinata Roma. La Roma è cambiata, non è più quella di una volta, e oggi avviene questo cambiamento radicale. Nasce una nuova Roma, una Roma privata di alcuni legami forti che l’avevano contraddistinta in questi anni. Ora vediamo che squadra sarà. Io temo che ci sia una frattura che difficilmente sarà sanabile, anche con le vittorie. La gente si è sentita scippata di qualcosa. Quando accade questo, per ricucire le cose ci vuole tempo”.

Gianluca Lengua (Radio Radio Pomeriggio 104.5): “Nella Roma ci saranno tanti cambiamenti: oltre a De Rossi, Dzeko e Manolas, andranno via anche tanti altri giocatori che in questa stagione non hanno reso. Il problema sarà piazzarli. Io mi aspetto una spiegazione da qualche dirigente che spieghi ai tifosi cosa accadrà nei prossimi mesi. Anzi, mi aspetto che lo faccia il presidente. La Roma non ha centrato la Champions non per aver venduto Nainggolan, ma per aver ceduto Alisson e Strootman e per aver sbagliato completamente gli acquisti”.

Tony Damascelli (Radio Radio Pomeriggio 104.5): “La serata di ieri è stata bellissima, De Rossi è rimasto sempre sorridente, lui ha la coscienza pulita. Ha finito come poteva e come doveva fare un capitano. Se n’è andato nella maniera migliore, e sono felice che ieri non ci fosse nessuno della società. Sarebbe stato ipocrita. De Rossi è andato via davanti al suo pubblico, con i suoi compagni e la sua famiglia. Il resto è fuffa".

Furio Focolari (Radio Radio Pomeriggio 104.5): “Molti laziali hanno visto il giro di campo di De Rossi in tv e lo hanno apprezzato. È normale che non ci fosse nessuno della società, ieri è stata la festa dell’appartenenza. Ieri ho visto piangere la gente, Totti, Conti… ho visto piangere la Roma. Volevamo vedere piangere Baldissoni e Fienga? Loro non appartengono alla Roma”.

Fabrizio Maffei (Radio Radio Pomeriggio 104.5): “Tanto di cappello a De Rossi. Un ragazzo perbene, una persona fantastica. La gestione del suo caso mi lascia perplesso, come mi lasciò perplesso la questione Totti. Credo che questa società manchi di tatto e di stile. Non capisco come si possa sbagliare così fortemente in certi passaggi, portando anche danni di immagine. Rimango stupito".

Antonio Felici (Te la do io Tokyo - Centro Suono Sport 101.5): “Ieri si è avvertita l’assenza totale della proprietà e di tutte le sue appendici. Questo è un punto di non ritorno, segna il distacco definitivo. Un minimo di rispetto, di considerazione… niente. Allo stadio si percepiva quasi la fine di tutto. Continuando così, Totti sta rischiando di perdere il rapporto con la sua gente. Adesso la partita è diventata rischiosa. Il sì di Gasperini non è affatto scontato. Ormai il progetto di Pallotta è morto, siamo tornati al punto di partenza. Il passaggio di proprietà è l’una cosa che ci farebbe avere una speranza”.

Francesco Balzani (Te la do io Tokyo - Centro Suono Sport 101.5): “Ieri lo stadio Olimpico era amaro, depressivo. Era diverso rispetto al 28 maggio, i tifosi romanisti si sentono abbandonati. Totti? L’ho visto strano, quasi imbarazzato, sofferente. Come se fosse imprigionato in quella giacca. De Rossi invece ora è libero. La Roma rischia anche di perdere Gasperini”.

Alessandro Austini (Teleradiostereo – 92.7): “A Roma c’è un famoso germe che non rende possibile fare certi discorsi. Io mi sforzo a rispettare il pensiero degli altri, ma pretendo che venga rispettato il mio. Continuo a giudicare quello che vedo, giusto o sbagliato. La decisione su De Rossi è stata coraggiosa e impopolare gestita nel modo sbagliato. C’è un’isteria totale, tutti liberi di insultare. La gente ieri ha espresso un chiaro desiderio: solo romani e romanisti. Non vogliono bravi o non bravi, vogliono solo romani e romanisti. C’è tanta voglia di Romanismo, questo nuovo termine".

Franco Focolari (Radio Radio Mattino – 104,5): “La festa di De Rossi è stata invidiata anche dai laziali. Vedere Totti, Conti e Ranieri piangere è stato bellissimo, un senso di appartenenza che mi ha colpito. Non penso che Florenzi possa raccogliere questa eredità, forse Pellegrini".

Franco Melli (Radio Radio Mattino – 104,5): “L'addio di De Rossi è reso più amaro da quello che la Roma ha fatto quest'anno. Non si sa cosa sarà domani questa squadra".

Roberto Renga (Radio Radio Mattino – 104,5): “De Rossi è stato la romanità al centro della Roma. I giocatori più grandi della Roma sono sempre stati romani, viene a mancare questo". 

Guido D'Ubaldo (Radio Radio Mattino – 104,5): “Ieri sera non è stata una festa come quella di Totti, ieri è stato un momento triste, una cosa ancora non metabolizzata da nessuno. La contestazione ha unito tutto lo stadio e questo deve far riflettere. De Rossi è stato il romanismo, la sua eredità ora resta a Florenzi e Pellegrini, giocatori con personalità diversa. Ripartire, anche dal punto di vista tecnico, sarà difficilissimo. Gasperini ancora non si è liberato e le parole di Percassi lasciano preoccupati".

Paolo Marcacci (Radio Radio Mattino – 104,5): “Ieri la partita è diventata un dettaglio e non solo per la classifica. De Rossi ha fatto parlare lo stadio per suo conto, quel giro di campo è stato più significativo di un discorso. Ci sono stati dei primi piani che è come se raccontassero la Roma a chi questa squadra l'ha vista ieri per la prima volta: Ranieri, Totti, Conti. L'abbraccio tra Totti e De Rossi è fantastico, è un tentativo di fermare il tempo. Queste cose in Inghilterra le tutelano, qui non vengono capite. A discapito anche del marketing".

Ilario Di Giovambattista (Radio Radio Mattino – 104,5): “La Roma è stata senza dubbio la delusione di questo campionato. Male anche la Lazio che si salva solo per la conquista della Coppa Italia. Ieri sera tanta emozione per tutti i romanisti, il calcio è sentimento ed è difficile annientarlo. Gli inchini di De Rossi e Ranieri, le lacrime di Totti e Conti lo testimoniano. A qualche giocatore della Roma fa bene giocare i preliminari. Io vorrei parlare a Under, per esempio, a Nzonzi e altri quattro giocatori. Si guardassero allo specchio”.

Roberto Pruzzo (Radio Radio Mattino – 104,5): “Le squadre romane sono state la delusione di questo campionato. L'Atalanta la protagonista assoluta, Gasperini ha dimostrato di essere pronto per qualsiasi squadra. L'affetto per De Rossi non i sorprende, perché ho giocato a Roma tanti anni. Questi tifosi meritano di più e d vincere tanti trofei”.

Nando Orsi (Radio Radio Mattino – 104,5): “Cosa brutta l’assenza dei vertici della Roma ieri al saluto a De Rossi. L'Atalanta ha dimostrato che per sopperire ai grandi fatturati servono idee di gioco e Gasperini è stato artefice di questo. De Rossi in questi 18 anni ha rappresentato la mente pensante di questa Roma, mai banale. Totti ha incarnato una romanità testaccina, ma De Rossi ha un altro modo di pensare. Daniele è stato il Capitano pensante”.

Mario Mattioli (Radio Radio Mattino – 104,5): “Stona l’assenza della proprietà ieri all’Olimpico e dei suoi più alti dirigenti. Bisogna aver rispetto per chi ha scritto la storia. Un’anticamera alla resa e alla vendita del club. Non sono sicuro che Gasperini possa allenare qualsiasi squadra”.

Claudio Moroni (Centro Suono Sport – 101,5): “Ieri piangevo e provavo emozioni. Caro Pallotta raccontaci la verità, che tipo di Roma vuoi costruire per il prossimo anno. Dici che lotteremo tra il quinto e il settimo posto e se Gasperini sarà bravo proveremo per il quarto posto. Sìì chiaro, chiediamo un po’ di lealtà”.

Salvatore D’Arminio (Centro Suono Sport – 101,5): “Partita che non valeva niente. Bella la cerimonia di saluto a De Rossi. Ora la Società deve cambiare pagina e deve essere brava a scegliere un tecnico all’altezza per cercare di dare soddisfazioni ai tifosi che meritano tanto”.

Tiziano Moroni (Centro Suono Sport - 101,5): "Il verdetto di questa stagione era già scritto prima dei 90 minuti di Roma Parma. La partita ci ha confermato l'amore dei tifosi a prescindere da tutto e soprattutto certifica la grande assenza ( fisica e strategica) della proprietà"