Quello delle radio romane è un fenomeno che non ha eguali nel resto d’Italia. Una pluralità di stazioni a fungere da piattaforma, una schiera di giornalisti, ex calciatori e opinionisti ad animare lo spettacolo. Ecco le opinioni dei protagonisti delle emittenti radiofoniche.
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‘RADIO PENSIERI’, CARINA: “La Roma è cambiata, non fai più in tempo a comprare la maglia a un bambino”
Ecco le opinioni dei protagonisti delle emittenti radiofoniche romane
"Gianluca Piacentini (Teleradiostereo 92,7): “Su Manolas segnali rassicuranti: gli esami non hanno evidenziato grossi problemi se non una distorsione alla caviglia che domani verrà valutata dai medici della Roma. Rafinha potrebbe fare comodo alla Roma e il Barcellona ha delle cose da farsi perdonare nei confronti della società visto come è finita con Malcom. Una trattativa posso immaginarla a gennaio, ma non credo che si possa mettere su una trattativa da 30-40 milioni”.
"Giancarlo Dotto (Teleradiostereo 92,7): “Nazionali? Qualcuno a Trigoria starà facendo una macumba… La Roma perderebbe molto con Manolas, ma al Real con Ramos andrebbe peggio nonostante la rosa sfavillante. Su Manolas sono fiducioso, tende a drammatizzare ma spesso poi le cose si aggiustano in fretta. Un fondamento di delusione per Pallotta c’è, perché ogni volta vengono venduti i migliori, ma si aprirebbe un discorso troppo ampio: il presidente può convincerci con i risultati, con l’empatia è difficile”.
Gianluca Lengua (Radio Radio Pomeriggio - 104,5): ”La Roma era arrivata a un momento in cui doveva cambiare. Ma nessuno ha ordinato a Pallotta di acquistare la Roma e se si trova in questa situazione è perché forse l’hanno consigliato male o non gli hanno spiegato il sistema Italia. Lui magari si aspettava che le cose andassero come vanno in America. Io non mi stupisco che Pallotta sia deluso, ma non lo è solo per lo stadio. In questo inizio di stagione ha visto una squadra che non ha ingranato, si ritrova con Pastore che ha fatto 380 minuti e Schick pagato 40 milioni che fa un gol a stagione. Non è stupido, anche lui si fa delle domande”.
Luigi Ferrajolo (Radio Radio Pomeriggio - 104,5): “Pallotta non è un presidente come Viola o Sensi. Giudicandolo per quello che ha fatto, mi sembra chiaro che sia un presidente che vuole tenere la società ad alti livelli ma senza fare pazzie. Ha avuto la fortuna di arrivare in semifinale di Champions e avere giocatori bravi da poter rivendere. Credo che dobbiamo rassegnarci a questo. La proprietà americana è questa”.
Alessandro Vocalelli (Radio Radio Pomeriggio - 104,5): “Pallotta e gli americani sono arrivati con un vento di grande fiducia. C’era la possibilità di fare un salto definitivo anche in Europa, ma non è stato così. Lo stadio sarebbe un fattore importante ma non determinante per la vittoria. C’è da sottolineare anche come ci sia stata un’involuzione rispetto alle passate stagioni. La Roma invece di avvicinarsi alla Juve è calata e non è un bel segno”.
Stefano Carina (Radio Radio Pomeriggio - 104,5): “Su Pallotta noi possiamo limitarci a giudicare quello che vediamo dai risultati. La Roma non è diventata la regina d’Europa. Per un paio di anni è stata l’anti juve, ora che invece i posti sono quattro per entrare in Champions League mi sembra che si accontenti di cercare un piazzamento europeo. Dall’essere la seconda squadra d’Italia ora è scivolata al terzo, quarto posto. La Roma fino a un po’ di tempo fa era qualcosa di diverso. C’era un attaccamento diverso a società, giocatori e club. C’è stato un cambiamento epocale, ma i risultati non sono arrivati e quindi ora c’è un senso di incompiutezza e di agrodolce. La Roma non è più quello che era e non sono arrivati i risultati. La Roma è cambiata, non fai in tempo a comprare la maglia a un bambino che già la devi buttare".
Francesco Balzani (Centro Suono Sport - 101,5): "Se Pallotta riuscisse a fare lo stadio? Secondo me terrebbe la Roma un paio d’anni dopo l’inaugurazione dello stadio e poi vedrebbe. Si prenderebbe autorità mondiale che ora non ha aumentando il valore degli asset e facendo anche una plusvalenza importante vendendo la società. Per lui sarebbe una grande operazione a livello personale. Io comunque ho molti dubbi non tanto sulla realizzazione quanto sulle tempistiche. Pallotta sta aspettando il progetto e aspetterà ancora un po’".
Antonio Felici (Centro Suono Sport - 101,5): “Fossi in Pallotta, se riuscissi a fare lo stadio, dopo due giorni metterei in vendita la Roma realizzando una plusvalenza enorme e poi tornerei in America a festeggiare per i prossimi 50 anni. Si tratta di un affare immobiliare di 1 miliardo e mezzo, ci credo che non ceda la società adesso".
Alessandro Austini (Teleradiostereo 92,7): "La Roma ha le risorse per far fronte all'assenza di Manolas. Le prime avvisaglie non sono state positive, la caviglia si è gonfiata molto. Rafinha ha caratteristiche che possono interessare alla Roma, ma non ho avuto molte conferme su un possibile arrivo. Io lo prenderei subito. Se ci saranno degli acquisti qualcuno partirà perché la rosa è già completa numericamente. Lo stadio? A gennaio si deve andare in aula per la variante. I processi non hanno evidenziato situazioni di corruzione propria. Aspettiamo qualche settimana e poi finalmente si dovrebbe iniziare a parlare di lavori"
Franco Melli (Radio Radio Mattino - 104,5): "Lo stadio deve essere il core business della Roma. Se si vuole una squadra competitiva ci si deve augurare solo che si faccia. Se le cose resteranno così, Pallotta non farà più niente per migliorare la squadra. L'unica via d'uscita è che la Roma vada a finire in mani migliori. L'assenza di Manolas? Con l'Udinese si può mettere una pezza, per gli altri impegni speriamo che torni".
Furio Focolari (Radio Radio Mattino - 104,5): "Sullo stadio c'è uno stallo, Pallotta per questo sta forzando un po' la mano. La coppia Fazio-Jesus mi spaventa un po', Manolas è un imprescindibile. Lui spesso sembra più dolorante di quello che è, speriamo non sia nulla di grave".
Xavier Jacobelli (Radio Radio Mattino - 104,5): "La gestione a distanza fatta da Pallotta non funziona, la Roma ha bisogno di una presenza più assidua. Manolas è fondamentale per la Roma, se esiste una clausola rescissoria bisogna agire con rapidità per eliminarla"
Roberto Renga (Radio Radio Mattino - 104,5): "Pallotta è a Roma per business, non sarebbe una sorpresa se vendesse in caso di stop definitivo allo stadio. Aspettiamo di conoscere le condizioni di Manolas, ma non facciamo drammi. Jesus e Fazio sono due giocatori di calcio, sicuramente superiori a quelli dell'Udinese. Calma".
Alvaro Moretti (Radio Radio Mattino - 104,5): "Il fatto di non aver avuto un rapporto quotidiano con la città, una presenza fisica, non facilita Pallotta sul progetto dello stadio. Si tratta di una cosa che cambia in un certo modo la vita di Roma città. La Roma è una cosa importante per questa città, il progetto dello stadio lo è altrettanto. Dal successo o meno di questa operazione dipende la vita di tanta gente. Ci sono dei capitali che si stanno muovendo nel calcio internazionale, ma parlare di una cessione della da parte di Pallotta mi sembra un argomento un po' affrettato".
Roberto Pruzzo (Radio Radio Mattino - 104,5): "Ormai abbiamo capito qual'è il destino di Pallotta nella Roma: o fa lo stadio oppure se ne va. Io dico, però, che una volta raggiunto il suo obiettivo dell'impianto di proprietà, poi deve anche raggiungere qualche trofeo, perché i tifosi aspettano questo da anni".
Mario Mattioli (Radio Radio Mattino - 104,5): "Io lo dico da anni che lo stadio della Roma, su quel terreno, non si può fare. Sul progetto ci sono 46 prescrizioni. Occorrono almeno 40 modifiche e gran parte di queste sono impossibili da attuare. Gli americani hanno sottovalutato parecchio il fatto che in Italia esistono delle leggi e che Tor di Valle è una delle zone più disastrate d'Europa per costruirci uno stadio e un business park. Parnasi ha acquistato il terreno all'asta, ma non ha saldato tutto e questa è già una illegalità".
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