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‘RADIO PENSIERI’, DOTTO: “Monchi non può farla franca dopo i disastri commessi”

LaPresse

Ecco le opinioni dei protagonisti delle emittenti radiofoniche romane

Redazione

Quello delle radio romane è un fenomeno che non ha eguali nel resto d’Italia. Una pluralità di stazioni a fungere da piattaforma, una schiera di giornalisti, ex calciatori e opinionisti ad animare lo spettacolo. Ecco le opinioni dei protagonisti delle emittenti radiofoniche.

Giancarlo Dotto (Teleradiostereo - 92,7): "Non credo questa lettera di Pallotta servirà a riconciliare con i tifosi, dovranno seguire i fatti e anche dopo rimango abbastanza scettico. Da queste parole si rischia di trovare in Monchi l'unico capro espiatorio, ma è vero anche che il diesse spagnolo ha disintegrato una rosa di buon livello. Di pessimo gusto anche il tweet con i trofei vinti. Non può pensare di farla franca dopo aver commesso dei disastri rimarcando il passato. Fonseca? Sembra intelligente e simpatico, ma noi con gli allenatori da fuori non siamo mai stati fortunati. Spalletti? Soluzione romanzesca ma che mi piacerebbe".

Checco Oddo Casano (Centro Suono Sport – 101,5): "Pallotta forse mai aveva parlato con tale onestà e sincerità della Roma e dei suoi errori: è apprezzabile che si sia assunto finalmente delle responsabilità, ma il disastro sportivo e gestionale della Roma non cambia. E' finito il tempo delle lettere, dei proclami, dei faremo e vedremo. Contano i fatti. Oggi l'Inter di Suning, dopo soli 3 anni di gestione, annuncia uno dei migliori allenatori al mondo, Pallotta dopo 8 anni ha ricevuto un no che ancora risuona. Le parole del presidente confermano e giustificano coloro che in buona fede hanno sollevato perplessità e riserve sul modus operandi di questa proprietà che ha sbagliato nella scelta di dirigenti, strategie e campagne acquisti. La Roma non solo non ha funzionato negli ultimi 18 mesi, ma si è autodistrutta. Pallotta sancisce la centralità di Baldini nelle strategie del club: non ha inciso sull'addio di De Rossi, ma lo ritiene prezioso collaboratore su acquisti e cessioni. Questa ambigua regia dell'ideologo londinese è una delle chiavi del fallimento della Roma".

Max Leggeri (Centro Suono Sport – 101,5): “Dovrei lasciarmi andare ad una grassa risata leggendo la lettera di Pallotta. Ma perché si firma Jim? Che siamo amici? Un inutile fiume di parole, retorica allo stato puro. A parole queste dirigenti sono campioni del mondo, ma gli altri fanno i fatti e presentano…Antonio Conte”.

Gianluca Lengua (Radio Radio Pomeriggio - 104,5):  "Penso che i temi proposti nella lettera dal presidente abbiano ormai scocciato e che doveva farsi intervistare da giornalisti credibili e non scrivere un tema. Inoltre l'aspetto più grave è passato inosservato, ossia il passaggio sulla rabbia di De Rossi. Pallotta ha confermato che i malumori dell'ex capitano sarebbero derivati quindi da interessi personali, perché non voleva giocatori forti nello stesso ruolo. Un'accusa che se ricordate veniva spesso fatta anche a Totti in passato. E' un concetto che lede l'immagine di De Rossi".

Stefano Agresti (Radio Radio Pomeriggio - 104,5): "I contenuti della lettera sono imbarazzanti. Prendete lo scarico delle responsabilità su Monchi: è lo stesso modus operandi che ha usato con Garcia. Quando le cose vanno male trova sempre il colpevole.  La gente vede e considera sulla base di quello che succede, non sono manipolati da nessuno come dice il Pallotta. Quello che è successo nello spogliatoio non è dovuto a un gran disegno di una suburra romana, ma è colpa della società".

Tony Damascelli (Radio Radio Pomeriggio - 104,5): "Sarebbe bastato anche un tweet o un telegramma di scuse per l'annata. Mi sembra tutto molto americano come messaggio. Deve assumersi inoltre le responsabilità di quello che ha fatto e non scaricarle sugli altri. Se entro martedì la Juve non dovesse ufficializzare Sarri, virerebbe su Mihajlovic".

Alessandro Vocalelli (Radio Radio Pomeriggio - 104,5): "Le tempistiche adesso mettono Pallotta davanti a un esame immediato. Se crede veramente in quello che ha scritto deve passare ai fatti, ricostruendo il gruppo per puntare a vincere davvero".

Augusto Ciardi (Tele Radio Stereo - 92,7): "Degli allenatori che rimangono in ballo prenderei senza dubbio Gattuso: sarebbe un profilo giusto per la Roma. Non è soltanto un ex giocatore di livello e di carisma, ma anche un bravo allenatore. Sarebbe di gran lunga la soluzione migliore".

Francesco Balzani (Centro Suono Sport - 101,5): "Mi è sembrata molto tenera come lettera, rispetto al modo di fare di Pallotta. Anche nei contenuti mi è sembrato molto posato, soprattutto quando parlava della stampa e dell'articolo che è uscito ieri. Su De Rossi devono fare chiarezza: chi l'ha mandato via? Chi prende le decisioni? Inoltre perché una lettera? Fate una conferenza stampa e rispondete alle domande. Serve chiarezza".

Antonio Felici (Centro Suono Sport - 101,5): "Liquiderei la lettera di Pallotta in poche parole. A mio parere è eccessivamente lunga, piena della solita quantità di fuffa. Salvo due passaggi: il primo, quando si assume la responsabilità di aver fatto una cavolata assumendo Monchi; il secondo, quando minimizza l'accaduto dell'articolo di ieri, soprattutto perché in tutti gli spogliatoi ci sono dei malumori, in ogni squadra e in ogni realtà. Ci scordiamo cosa è successo ad esempio quest'anno nello spogliatoio dell'Inter?".

Ilario Di Giovambattista (Radio Radio Mattina - 104,5): "Piuttosto che prendermela con Bonini e Mensurati, fossi un tifoso della Roma cercherei di capire se è vero. Di Francesco era scontento della rosa, diceva che era squilibrata e che non gli piaceva. Quella tra Totti e Baldini non è convivenza, il loro rapporto sta a zero. Non so quanto si possa andare avanti con questo equivoco. Pallotta e Baldini non si vedono, almeno si faccia vedere Petrachi".

"Roberto Renga (Radio Radio Mattina - 104,5): "Se fosse vera la storia del De Rossi congiurato, mi chiedo perché gli abbiano offerto il ruolo di vice ceo. Baldini dovrebbe chiedere scusa per ciò che è successo. Bisogna conosce la storia della Roma, i migliori sono sempre stati romani e romanisti".

Xavier Jacobelli (Radio Radio Mattina - 104,5): "Questa società ha commesso una serie di autogol. Sono convinto che De Rossi abbia sempre pensato al bene della Roma".

Roberto Pruzzo (Radio Radio Mattina - 104,5): "Di Francesco voleva far fuori 3-4 giocatori, ma è stato costretto a non farlo. Questo è vero ma succede in tutte le squadre. I tifosi si legano alle bandiere perché non viene proposto niente di meglio. La tifoseria è smarrita".