Quello delle Radio romane è un fenomeno che non ha eguali nel resto d’Italia. Sì, anche le altre città hanno degli spazi dedicati allo sport, e magari anche la loro stazione dedicata alla squadra del luogo. Non si troverà mai, tuttavia, una voce altisonante e popolare come quella proveniente dagli apparecchi della Capitale; una pluralità di stazioni a fungere da piattaforma, una schiera di giornalisti, ex calciatori e opinionisti ad animare lo spettacolo, e una folla di appassionati pronti a sintonizzarsi all’ora concertata. Ogni protagonista va a comporre un grande collage che riempie di spunti, approfondimenti e contraddizioni la settimana del tifoso. Un ciclo continuo, che si rinnova sulle frequenze FM locali ogni giorno, di partita in partita, stagione dopo stagione.
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‘RADIO PENSIERI’, SAVELLI: “Se Dzeko andrà in campo è perché ha deciso di giocare”
Continua la nostra rubrica quotidiana che accompagna i lettori che non possono ascoltare i commenti di conduttori ed opinionisti delle radio locali
IACOPO SAVELLI (Rete Sport): “Se Dzeko andrà in campo è perché lui ha deciso di giocare la partita. La Bosnia con lui e Pjanic è una cosa, senza è tutta un’altra cosa. Non dobbiamo dimenticarci che questa è una nazione nata ieri e c’è un grande senso di appartenenza che noi abbiamo un po’ perso. Quando vai a comprare un giocatore di livello internazionale sai benissimo che è un titolare imprescindibile con la propria nazionale, altrimenti prendi tutti scarpari e non hai problemi. Questa situazione si verifica con tutte le squadre: nessuno vuole rinunciare a Messi, nessuno vuole rinunciare a Aguero”.
UGO TRANI (Rete Sport): “Florenzi in Nazionale non trova spazio? Il suo posto è quello di Candreva, più basso c’è Darmian che è il più forte terzino italiano. Andrebbe fatta una finestra solo per le nazionali, bisognerebbe giocare le partite tutte insieme in modo che tu sai che quello è il periodo e pensi alla nazionali. Così è un disastro. Dzeko? È il capitano là, il giocatore che conta di più in tutto il territorio. Cosa pensate interessi alla Bosnia di quello che dicono a Trigoria?"
RICCARDO ‘GALOPEIRA’ ANGELINI (TeleRadioStereo): “Quello della curva non è un problema da sottovalutare, le sue sorti stanno a cuore a molte più persone di quanto si creda. Se si volesse dare un grande segnale, al derby di novembre dovrebbe disertare tutto lo stadio, non solo le due curve”.
MAURIZIO CATALANI (Rete Sport): “Stasera tutti a sperare che Dzeko non vada in campo. È chiaro che in Bosnia puntino tutto su di lui. Io non credo che Dzeko potrà giocare, se giocherà sarebbe veramente uno schiaffo. A differenza di quanto succede in Italia, le altre nazionali hanno un forte senso affettivo, gli stadi sono pieni, la gente è avvelenata, sembrano partite di squadre di club. Noi invece la nazionale ce la ricordiamo solo quando vince. Con l’Empoli capiremo se Castan tornerà a giocare e con che schema scenderà in campo con la Roma, soprattutto col ritorno di Dzeko. Fa ridere che il più forte giocatore italiano del momento, Florenzi, non trovi posto in una Nazionale scarsa. Evidentemente Conte pensa che lui abbia un’identità confusa. Io non ricordo un ‘tappabuchi’ così eccellente nella mia vita”.
LUCA VALDISERRI (Rete Sport): “Sono dell’idea che bisogna dare alle nazionali un mese, 40 giorni all’anno, a fine campionato o durante la pausa invernale, e in quel periodo si fa tutto. Il vuoto dentro la curva aumenta sempre di più, è una protesta che non è andata scemando, anzi, sta crescendo. La società necessariamente deve fare un intervento forte, se non lo fa sarà altrettanto forte”.
PAOLA DI CARO (Rete Sport): “Le grandi squadre hanno grandi giocatori, i grandi giocatori vanno in nazionale, alcuni sono anche capitani, come nel caso di Dzeko. Per i calciatori la nazionale è fondamentale. C’è l’amore e l’attaccamento per le radici, ma c’è anche un discorso di valorizzazione di se stessi. Sono vetrine a cui tutti vogliono partecipare. Più giocatori forti hai, più hai questi ‘problemi’. Ora teniamo le dita incrociate. La curva si aspetta che la società prenda le distanze dalle disposizioni del prefetto? Non credo che la Roma lo farà. Ci potrebbe essere almeno un punto di mediazione per fare pace con i tifosi. Per me tutto è cambiato da quel Roma-Fiorentina dello scorso anno, da quel momento in poi i giocatori non hanno più festeggiato in campo con i tifosi. La presa di posizione? Sono passati tre mesi e nessuno ha detto nulla, credo sia chiara la posizione”.
MASSIMO CECCHINI (Rete Sport): “In nazionale ci si gioca e nel calcio ci si infortuna. Ma non sarà così perché si gioca tanto? Invece di fare i dietrologi pensiamo a queste cose qui. ‘Io non capisco il vostro rapporto con la nazionale’, diceva Cafu. Conte è entrato in uno dei periodi più bassi della nazionale italiana. In questo caso, mancando il talento, bisogna lavorare sull’organizzazione di gioco. Conte in questo caso è perfetto, però non gli è stato messo a disposizione il tempo per poterlo fare”.
MASSIMILIANO MAGNI (Rete Sport): “La curva Sud? Comunque sia mi pare evidente che così le cose non vanno. Se vedo Dzeko in campo vuol dire che sta bene, non possiamo fare un processo alle intenzioni. Nel primo anno della Roma il calo c’è stato con Strootman in campo, quando si è infortunato la Roma le ha quasi vinte tutte. L’olandese è fondamentale ma non passa tutto da lui”.
CHIARA ZUCCHELLI (Rete Sport): “Il derby con il tifo a metà sarebbe veramente brutto. Le voci su Conte? Hanno un fondo di verità. La partita di stasera per Dzeko non è inutile perché la Bosnia si gioca la qualificazione all'europeo. Un giocatore che dà tutto in campo è sempre meglio di chi fa calcoli, perché se fa calcoli per la nazionale potrebbe farli anche un giorno con la Roma”.
GIORGIO DE ANGELIS (Rete Sport): “Non capisco quale potrebbe essere il problema di una giunta diversa per lo stadio se le cose sono state fatte secondo le regole. Il derby senza curve sarà di una bruttezza allucinante”.
DARIO BERSANI (TeleRadioStereo): “Questo forse sarà il mese della verità per la Roma, quindi tutti gli effettivi devono farsi trovare pronti alla ripresa. Tranne Keita e Totti che non ci saranno, gli altri devono esserci”.
AUGUSTO CIARDI (TeleRadioStereo): “Quando Conte se n'è andato dalla Juve, la Roma veniva dal primo anno di Garcia e all'epoca non c'era possibilità per lui, ma adesso se dipendesse da lui se non è Roma è Inter”.
ROBERTO RENGA (Radio Radio): “Penso che nel derby quello che conta è soprattutto il campo. Io non sono uno che si lascia attrarre dalla coreografia, ma questo è stato un problema sottovalutato da tanti. Non sto giustificando questo comportamento, ma è chiaro che ormai andare in curva non è più la festa o il divertimento di una volta. Qui c'è stato un diktat ed io avrei cercato di mediare. Adesso succede che le tifoserie se la prendono con le società ma le società non possono fare nulla. Io so che Montella accetterebbe comunque se gli venisse proposto di allenare la Roma, il problema è la società che l'ha rifiutato per due volte”.
NANDO ORSI (Radio Radio): “Le curve divise pagano le intemperanze e la poca sicurezza fuori dall'Olimpico e dentro lo stadio. Le curve non le riavvicinano, ormai sono così e si andrà in curva e si farà il tifo in un altro modo. Ma perché in Inghilterra si sta seduti e in Italia si sta in piedi? Non possiamo diventare un paese normale?”.
SANDRO SABATINI (Radio Radio): “Penso che sugli ultras si potrebbe parlare fino a domattina senza venirne a capo con una soluzione netta e decisa. Io prenderei esempio dall'Inghilterra. I tifosi dovrebbero fare un salto di qualità nella comunicazione, ma potrebbero andare a pulire il Flaminio anziché andare a far casino fuori dallo stadio un'ora prima della partita. Poi possono andare allo stadio, questa potrebbe essere un'idea”.
ROBERTO PRUZZO (Radio Radio): “Conte? A me sembra prematuro fare certe considerazioni, io aspetterei un po'. Meglio di Montella che è libero o comunque potrebbe svincolarsi chi ci potrebbe essere? Nel calcio può succedere di tutto. Se Castan è pronto a tornare con l’Empoli è una grande notizia, spero sia un ritorno definitivo”.
FRANCO MELLI (Radio Radio): “Il fatto che Florenzi con la Roma cambi ruolo non lo avvantaggia soprattutto a livello di nazionale. Quella di Dzeko è una vecchia questione e il problema è nelle clausole: se la clausola dice che la nazionale ha la precedenza o che il giocatore va lasciato libero quando ci sono le nazionali, dipende tutto dalle valutazione che fanno i medici di quella selezione. Non è che ti puoi lamentare dopo, devi cercare di creare delle clausole a tuo favore, se la Bosnia si gioca la qualificazione è ovvio che lo faccia giocare. Castan deve riuscire a superare i motivi di ordine psicologico, comprensibili dopo le vicende che ha dovuto sopportare. Meglio aspettare 15 giorni in più ma avere un margine di sicurezza maggiore, perché la prima volta a Verona non è andata bene. Speriamo che adesso vada meglio".
FURIO FOCOLARI (Radio Radio): “La verità è che la Roma con Dzeko non può fare nulla, le nazionali hanno sempre la precedenza. Loro sono portati a dare il massimo per le loro nazionali, è una vecchia questione ma è così. Solo in Italia non si va in nazionale per un dolorino, all’estero non è così. Quello di Castan non è un infortunio muscolare, il perché non gioca lo sanno solo loro. Dal punto di vista fisico il ritorno c’era già stato, però poi è stato interrotto. Ci auguriamo tutti che possa tornare con l’Empoli. Ma quali sono i problemi di Castan? Ho sentito dire che ha ancora dei giramenti di testa quando è sotto sforzo, ma non sappiamo esattamente quali sono le problematiche vere”.
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