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MAX LEGGERI: “Quella di Luciano Spalletti è stata un’inutile, gratuita, personale e dannosa polemica. Così non si fa il bene della Roma. È un allenatore bravissimo ma affetto da sindrome di fenomenite acuta. L’arroganza e la supponenza credo siano i limiti caratteriali del toscano, non ha saputo frenare il proprio ego. Le parole espresse nei confronti del simbolo calcistico di questa città se le poteva risparmiare. Cercare di preservare intonsa l’immagine di Edin Dzeko per poi mettere a disagio la figura di Totti la ritengo una bruttissima caduta di stile. Spalletti ha questo caratteraccio, è fatto così”.
CHECCO ODDO CASANO: “Credo che ieri sia stato uno dei peggiori pomeriggi degli ultimi anni, almeno da tifoso. Si fa fatica oggi a discutere di queste questioni. Ho visto uno Spalletti sempre più nervoso. Ho il timore e la sensazione che possa rassegnare le dimissioni dopo soli 4 mesi, sarebbe un record. Io penso ci sia un malcontento generalizzato di Spalletti. Io ho la sensazione netta che si stia rendendo conto che tante cose dentro Trigoria non sono come gliele avevano illustrate”.
FRANCESCO BALZANI: “Non mi frega nulla della litigata negli spogliatoi. Ce ne sono pure di peggio e non escono fuori. Mi ha deluso molto lo Spalletti mediatico, quello che dice di non avere anima ma poi di anima ce ne mette pure troppa. Mi pare soffra di nuovo di sindrome di accerchiamento, come nella prima avventura romana. Ma qui nessuno ce l’ha con lui, nemmeno Totti. Il suo grande limite è stato sempre questo e temo che Sabatini lo sapesse bene quando provava a convincere Pallotta a pensarci su. Poi perché rivoluzionare la squadra nella partita più importante? Il gol di Francesco ti permette di poter sbagliare ancora una partita, senza quella rete ora era a serio rischio anche per il terzo posto".
CLAUDIO MORONI:"Ieri bisognava andare in conferenza stampa e dire grazie a Totti. Senza aggiungere altro. Io non ho capito perché nelle altre società le questioni si risolvono tra le mura amiche, mentre a Roma deve diventare tutto pubblico. La Roma stava giocando molto bene, ma se noi giochiamo con il morto, Dzeko. Secondo me ha un problema proprio psicologico. Se io sto vincendo due a zero, la formazione sta bene. Se poi l’attaccante non segna, la colpa è sua. Io mi stanco quando Spalletti parla di dualismo Dzeko-Totti".
SALVATORE D’ARMINIO: "Pensavamo di aver capito la tattica di Spalletti, invece ha cambiato molte cose ieri. Per contenere Gomez, ha messo Rudiger terzino e Zukanovic centrale. Ha messo Florenzi in un ruolo diverso, ha stravolto la squadra. Non togli Rudiger dal centro della difesa secondo me. La coppia centrale titolare l’hai sgretolata. All’inizio della partita, quando ho letto le formazioni, mi sono preoccupato. Stavamo vincendo, stavamo giocando bene e a quel punto non è più colpa di Spalletti. A mio giudizio, però, non ha lavorato bene. Spalletti non doveva fare il nome, ha fatto capire che l’ombra di Totti per colpa dell’ambiente si sposta su Dzeko e ha fatto capire anche che molti giocatori stanno pensando alle squadre che li vogliono la prossima estate".
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