(di Tommaso Gregorio Cavallaro) In quella fredda giornata d’inizio primavera, la Roma si presentò al Franchi da prima in classifica, con tre punti di vantaggio sulla Juventus. Per gli uomini di Liedholm, come tutte le trasferte nel capoluogo
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Amarcord Giallorosso: Il Barone pareggia a Firenze, ma vince a Torino
(di Tommaso Gregorio Cavallaro) In quella fredda giornata d’inizio primavera, la Roma si presentò al Franchi da prima in classifica, con tre punti di vantaggio sulla Juventus. Per gli uomini di Liedholm, come tutte le trasferte nel capoluogo
toscano, quella partita si preannunciava molto ostica e complicata. La Fiorentina del “romanista” Picchio De Sisti, dopo aver sfiorato lo scudetto nella stagione precedente, aveva fondate speranze di entrare in zona Uefa, quindi avrebbe venduto cara la pelle.
Il Barone, oltretutto, si trovava a fare i conti con l’assenza di Capitan Di Bartolomei, optò, quindi, per rimpiazzarlo con il giovane, ma molto valido, Ubaldo Righetti. Il prodotto del vivaio romanista si sarebbe andato a piazzare accanto allo zar Vierchowod e ai loro lati avrebbero agito i soliti Nela e Maldera. Per il resto, formazione tipo con tutti i titolari in campo.
La Fiorentina partì molto forte, trovando al 10’ il vantaggio con Massaro, che fece secco Tancredi con un preciso diagonale dal limite sinistro dell’area di rigore. La Roma ci mise poco a riprendersi e, grazie al gentile regalo dei centrali viola che si addormentarono su un lancione di Nela, Pruzzo mise a segno il punto del pareggio. Il primo tempo si concluse senza ulteriori sussulti, se non quelli che provenivano da Torino dove la Juventus era in vantaggio di due gol nel derby. La Vecchia Signora, alla fine della prima frazione, era a soli due punti dalla Magica.
Motivo per cui, alla ripresa del gioco, i giallorossi si buttarono in avanti, trovando il gol con Prohaska al 64’ su rigore, fischiato da Agnolin per un atterramento in aria ai danni di Dodo Chierico. A quel punto, forse ance per le notizie provenienti dalla Mole che davano il Torino in vantaggio per 3 a 2 sugli uomini di Trapattoni, Falcao e compagni si rilassarono, permettendo alla Fiorentina di avanzare e agguantare il pareggio al 70’. A dir la verità, la Roma era in pieno controllo della partita, ma un improvvido tentativo di passaggio indietro di testa del buon Ancelotti, si tramutò in un comico autogol.
A fine partita, come testimoniano le immagini, il Barone era abbastanza raggiante durante l’intervista di Galeazzi, ma rimase abbottonato quando il Bisteccone Nazionale gli chiese se le sue “famosissime” percentuali scudetto – in quel momento dava la Roma allo 0,1% - fossero aumentate o meno, visto il più 4 sulla Juve a 6 giornate dalla fine del campionato.
Firenze 27/03/1983 – 10° Giornata girone di ritorno 1982/83
Fiorentina: Galli, Contratto, Ferroni, Sala, Pin, Cuccureddu, Bellini, Manzo, Graziani, Antognoni, Massaro All.: De Sisti
Roma: Tancredi, Nela, Vierchowod, Maldera, Righetti, Prohaska, Ancelotti, Falcao, Conti, Iorio, Pruzzo
All.: Liedholm
Marcatori: 10' Massaro 18' Pruzzo 64' Prohaska (rig.) 70' Ancelotti (aut.)
Risultati e Classifica:
"
"Ascoli
"2 - 1
"Napoli
"Roma
"35
"Avellino
"0 - 0
"Sampdoria
"Juventus
"31
"Cagliari
"2 - 1
"Verona
"Inter
"30
"Catanzaro
"0 - 2
"Pisa
"Verona
"30
"Fiorentina
"2 - 2
"Roma
"Torino
"29
"Genoa
"2 - 3
"Inter
"Fiorentina
"27
"Torino
"3 - 2
"Juventus
"Udinese
"27
"Udinese
"3 - 1
"Cesena
"Sampdoria
"26
"Cagliari
"24
"Avellino
"23
"Genoa
"23
"Ascoli
"22
"Pisa
"22
"Napoli
"20
"Cesena
"18
"Catanzaro
"13
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