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ON AIR – Sandro&Mauro: “Il nostro Canto Libero da dieci anni al fianco della Roma”

Da ieri mattina si sono riaccesi i microfoni delle trasmissioni che nell’etere romano trattano la Roma dalla mattina alla sera. ForzaRoma.info, attraverso questa rubrica, cercherà di farvi conoscere da vicino i conduttori, quelli che amate  di...

Redazione

Da ieri mattina si sono riaccesi i microfoni delle trasmissioni che nell’etere romano trattano la Roma dalla mattina alla sera. ForzaRoma.info, attraverso questa rubrica, cercherà di farvi conoscere da vicino i conduttori, quelli che amate  di più o di meno, quelli che seguite e quelli che non avete mai seguito.

Cominciamo con Radio ERRE2 e la prima trasmissione in giallorosso della giornata in fatto di orario. Buon viaggio a tutti sulle  modulazioni di frequenza della capitale.

(di Mirko Porcari) Cappuccino, cornetto e cuffie all’orecchio. Sin dal mattino presto alle ore 8, sui 107,6 FM dove quotidianamente Sandro&Mauro aprono la giornata delle trasmissioni giallorosse che tengono infromati i tifosi della Roma.

“Il mio canto libero” festeggia i dieci anni di età, entrando a tutti gli effetti nella ristretta cerchia delle trasmissioni storiche, quando avete iniziato ti aspettavi questo traguardo? “Assolutamente no…Non avrei giocato dieci centesimi…io e Mauro non siamo giornalisti, stagione dopo stagione abbiamo riscontrato gradimento assoluto da parte degli ascoltatori, una soddisfazione enorme. Abbiamo cominciato quasi per gioco, dei semplici tifosi che parlano di Roma, cercando di entrare nel cuore della gente…

 

Cosa vuol dire per voi parlare di Roma? Può considerarsi un lavoro a tutti gli effetti…“No, non lo è mai stato e continuerà a non esserlo. Gli sponsor ci servono per pagare uno spazio, non c’è scopo di lucro, entrambi abbiamo il nostro lavoro e non abbiamo un introito dalla radio, è una specie di filosofia…Sia ben chiarò, però, che non critico chi ci guadagna, è solamente un modo diverso di approcciarsi a questo mondo. Quello che ci fa andare avanti è la passione: è un privilegio parlare della cosa che ami di più a livello sportivo. In molti non capiscono questa cosa. Tre ore al giorno per dire quello che vogliamo, sono dell’opinione che, se facessimo tutti un passo indietro, ne gioverebbero sia i tifosi che la Roma. Io sono il primo a dire ai miei ascoltatori che la cosa migliore è ascoltare tutti, senza nessun tipo di preclusione, così da farsi un’idea generale ed elaborarne una propria. Non ci dovrebbero essere dei “guru radiofonici”, tantomeno dei muri da “tutti contro tutti” perché la cosa principale resta sempre l’amore per la squadra. In sostanza si dovrebbe tornare a fare ciò per cui siamo nati: i tifosi.  Anche l’informazione sarebbe più chiara: spesso si è portati a cambiare idea e opinione da un giorno all’altro. Prendiamo, per esempio, il caso Soros : a distanza di tempo si nega ancora che ci siano stati dei contatti per l’acquisizione della società, una cosa che non fa bene a nessuno, tifosi in primis…”

Come è cambiato il modo di essere tifosi con l’introduzione della “Privilege Card”?“In modo radicale, è una battaglia che radiofonicamente combattiamo da sempre e purtroppo siamo rimasti in pochi…. Gli altri sanno che è un argomento scomodo, che ti mette contro una parte o l’altra. Non è una legge, ma una circolare che dà restrizioni, anticostituzionale per certi versi. Il dato di quest’anno è palese: calo degli abbonamenti, meno gente che va allo stadio ed una serie di disagi che gravano sullo spettatore. La società nuova è di fronte ad una scelta e deve riflettere ora: è confortevole il fatto che ci siano delle proposte intelligenti fatte da persone qualificate: si sono documentati a hanno capito che si possono trovare delle alternative senza aggirare niente. Permettere di acquistare un bouquet di biglietti a chi non ha sottoscritto la tessera è una sorta di rivoluzione che, ovviamente, può creare un precedente molto fastidioso per le istituzioni…”

Come vedi questa svolta epocale a livello societario?“Sono assolutamente positivo, quando cambi così radicalmente è ovvio che ti attiri delle critiche. Cerchiamo di vedere la cosa in modo asettico. Anche sulla campagna acquisti darò un giudizio solo alla fine del mercato: Sabatini ha detto che mancano degli elementi e dobbiamo dargli fiducia. Lo spogliatoio è con l’allenatore, sono state apportate delle modifiche al modo di allenarsi e al modo di rapportarsi nella società, i giocatori stanno assimilando tutto questo nella maniera giusta. Sono decisamente fiducioso.”

Tastando quotidianamente il polso della tifoseria, trovate che ci siano la fiducia e la pazienza che la dirigenza ha chiesto a più riprese?Sono rammaricato dalle spaccature: c’è chi non vede l’ora che sbaglino, chi invece è attendista, la verità sta nel mezzo… Sarebbe meglio aspettare le prime risposte del campo. Certo, se avessimo preso qualcuno come Messi o Iniesta non staremmo neanche a parlare di possibili divergenze: chi credeva ad una cosa del genere è rimasto senza dubbio deluso, ma sarebbe stato azzardato pensare che la situazione si potesse risolvere in questo modo. C’è un progetto, serio, ed è già un passo importante…”

Un pensiero sui casi del momento: Totti, Borriello e De RossiAlla luce della presa di posizione della società, Borriello non doveva giocare a Bratislava: in questo caso c’è stata una scarsa comunicazione, ma sono sicuro che anche questa situazione verrà risolta a breve.

Per quanto riguarda De Rossi, non si può parlare di caso: sta firmando l’ultimo contratto importante della sua vita, è ovvio che si stia prendendo tutto il tempo per riflettere. Comunque non ho dubbi: Daniele sarà della Roma ancora per tantissimo tempo.

Su Totti…bè…è un caso creato, l’ennesimo. Sono rimasto sbigottito dai fiumi d’inchiostro che si sono sprecati per una maglietta che ha indossato…incredibile. E’ la solita notiziola in un momento in cui c’è poco da scrivere. Non ha giocato a Bratislava, è stata una scelta dell’allenatore: se dobbiamo dare credito e fiducia a Luis Enrique, dobbiamo accettare anche decisioni di questo tipo. Del resto, con l’ingaggio di Bojan e Lamela, non penseremo davvero che Totti giochi tutte le partite…E’ proprio in contesti come questo che si deve attuare quella “rivoluzione culturale” invocata dalla nuova società.”