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L'ISTANTANEA Roma-Chievo, Questione di facce…ride

(di Paolo Marcacci) Sono aspetti marginali, per carità; però in questa domenica rivelatasi fondamentale per riprendere il cammino dal punto, anzi dai tre punti dove si era interrotto alla fine del 2011, più che in campo l’Istantanea guarda in...

Redazione

(di Paolo Marcacci) Sono aspetti marginali, per carità; però in questa domenica rivelatasi fondamentale per riprendere il cammino dal punto, anzi dai tre punti dove si era interrotto alla fine del 2011, più che in campo l’Istantanea guarda in tribuna, dove eravamo sicuri che avremmo colto un segno di novità.

Il futuro ci dirà se potremo giocarci anche l’aggettivo “rassicurante”, non ci sarà comunque molto da aspettare. Intanto, vogliamo parlare di facce, di quello che i volti comunicano, suggeriscono, lasciano intendere. Non parliamo di tratti somatici, che quelli madre natura li dispensa e uno se li tiene, salvo omologanti ricorsi a collagene ed affini: parliamo di espressioni. Allora ci viene spontaneo il confronto tra il volto bonario di DiBenedetto, quasi un Massimo Boldi più anziano, un filo di spaesamento come tutti gli zii americani quando li si portava a vedere una partita calcio e la gagliardia con cui James Pallotta, molto più centrato nel ruolo del protagonista, ha applaudito, esultato, commentato, fissato in volto gli interlocutori.

Certo, i più maliziosi potrebbero pensare che questo confronto, con le relative sfumature, ci venga suggerito dal diverso peso economico e dalla maggiore attendibilità pecuniaria di Pallotta rispetto allo Zio Tom; forse avrebbero anche ragione, però alzi la mano chi tra quelli che leggono non ha pensato che Pallotta ieri non assomigliasse, almeno un po’, all’americano ideale, forse un po’ cinematografico, che ognuno di noi immagina quando pensa all’immagine un po’ stilizzata e infarcita di letteratura popolare che da noi si usa dal secondo dopoguerra in poi per definire colui che da oltreoceano arriva a dare l’impennata al destino.

Poi chiamatelo imprenditore, Tycoon o come diavolo volete, questi sono già dettagli tecnici che arrivano dopo le prime, istintuali, impressioni. E ribadiamo che molte cose sono ancora da dimostrare.

Però Pallotta era gagliardo ieri in tribuna, quasi “gajardo”, verrebbe da declinare in vernacolo: faccia da ricco ma non ricco scemo, da uno che ovunque vada, ci va per dimostrare chi è e per togliersi le relative soddisfazioni, non perché ci è capitato quasi per caso. Tutto qua, per ora. Potrebbe non essere poco.