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L’ISTANTANEA Roma-Cesena: Buon appetito, Borini

(di Paolo Marcacci) Parlare della partita non ci  sembra il caso, anche perché assomiglia più che altro ad uno dei match di Tyson giovane, quando gli avversari vacillavano già verso la fine della prima ripresa

Redazione

(di Paolo Marcacci) Parlare della partita non ci  sembra il caso, anche perché assomiglia più che altro ad uno dei match di Tyson giovane, quando gli avversari vacillavano già verso la fine della prima ripresa

e alla seconda già volava l'asciugamano bianco dallo staff dello sfidante; a parte il "cazzottino" di  Eder, stilisticamente anche ben assestato, non è  neppure il caso di parlare degli uomini di Arrigoni, perché ci verrebbe in mente soltanto lo staff di una nota fabbrica di marmellate.

A proposito: se non ha rimpianti Adrian Mutu, figurarsi i tifosi della Roma...

Comunque, dicevamo, visto che la partita scivola via come il calice di birra sul bancone di un saloon, con le  percentuali che più che di possesso palla sono di "palla posseduta", che è tutt'altra cosa rispetto al traccheggiare sterile di inizio stagione, allora ci piace sottolineare un aspetto della gara e della Roma che meriterebbe l'encomio di ogni tifoso, non soltanto di quelli  giallorossi: parliamo della "fame" di Borini.

Fame, non l'appetito che viene quando si sta per mettersi a tavola; la necessità di andare contendersi un brandello di carne a colpi di unghie e canini. Con l'occhio spiritato sta appresso ad ogni rimpallo che si insinui tra il parastinco del difensore e lo spostamento d'aria del rinvio, puntando la palla con la stessa fissità del gatto quando guarda il cardellino; questo è un giocatore di quelli, sempre più rari, per i quali l'invito ad andare a lavorare non sarà mai giustificato, neppure nei momenti più sfavorevoli. Sembra quasi un giocatore di una categoria inferiore, per la dedizione e per l'impegno che profonde, come se dovesse sempre dimostare di poter arrivare un giorno in Serie A, piuttosto che essere uno che ha già assaggiato l'atmosfera fumosa e glamour di Stamford Bridge.

Indipendentemente dalla qualità dei suoi  fondamentali, tutt'altro che scarsi, Fabio Borini è destinato ad entrare nelle grazie del pubblico romanista, un pubblico che ha sempre dato tanto e chiesto, fondamentalmente, una cosa sola: onorare la maglia restituendo in fatica il grande privilegio di vestire la maglia giallorossa. Borini ha capito subito ciò che altri non hanno afferrato: peggio per loro, buon per lui. E per noi.