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L’ISTANTANEA di Napoli-Roma, L’Osvaldo tignoso

(di Paolo Marcacci) E non è tanto per il goal, anche perché il Capitano gli soffia una piuma sul piede, al centro dell’area partenopea, con Campagnaro che vede per l’ennesima volta sfuggire la pallina del  suo flipper: bum-bum...

Redazione

(di Paolo Marcacci) E non è tanto per il goal, anche perché il Capitano gli soffia una piuma sul piede, al centro dell'area partenopea, con Campagnaro che vede per l'ennesima volta sfuggire la pallina del  suo flipper: bum-bum tilt...Bum-bum tilt...

Aveva cominciato Lamela in apertura di primo tempo con la percussione che ha ghiacciato il Vesuvio e poi, su quell'assist che è stato come crema per il corpo sulle gambe di Charlize Theron, finito l'opera Osvaldo.

Ma non è per il goal, dicevamo, che parliamo di lui, l'attaccante mannaro appunto (anche per ciò che divora), che ulula a qualsiasi partita anche con una sola falce di luna; parliamo di Osvaldo perché se l'area di rigore, ma non solo quella, fosse una gabbia piena di belve e una mano, sadica e pietosa al tempo stesso, vi lanciasse un pezzo di carne, state sicuri che sarebbe lui ad accaparrarselo, per la "tigna" (termine poco asturiano, mi perdonerete) con cui si  disputerebbe ogni brandello.

 

E non è forse con i denti che gioca, Osvaldo, quando devolve se stesso ad ogni aspetto della causa, che è poi il motivo per cui gli si perdona quella miopia che ogni tanto lo sorprende nei sedici metri? Non è forse per quello che "uno di noi" si diventa ad honorem, anche dopo poco tempo, se il tifoso riconosce quel pedigree sempre più raro, che va oltre i gesti sgarbati, le liti, le multe e le chiacchere inutili?

C'è un'immagine, che più di altre ci resta negli occhi, di Osvaldo versione "Campi flegrei": quando al minuto cinquantotto Zuniga si danna l'anima per mantenere vivo un pallone sul fronte d'attacco partenopeo, all'altezza della bandierina del calcio d'angolo, Osvaldo in scivolata gli si materializza alle spalle, con la scia di tutta la fame di pallone che certi giocatori, veri, si portano appresso dalle folate di polvere dei primi oratori e che non smettono mai  di avere, neppure dentro le fuoriserie più costose o negli attici più confortevoli. Osvaldo è carne da pallone, dedizione e fatica, goccia di sudore che fa traboccare il vaso dell'impegno. Al di là dell'errore o dell'exploit in rovesciata.

Osvaldo è roba autentica, proprio quando tutto ciò che resta del calcio è sempre più omaggio del sintetico.