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L'ISTANTANEA Chievo-Roma, Luis e quel punticino che è una ruga di espressione

(di Paolo Marcacci) Acquitrino e pantano (con la minuscola per carità): non è solo il fradicio scenario del Bentegodi, è anche una metafora della stagione in cui la Roma è scivolata fino ad infangarsi di polemiche, malumori, incertezze.

Redazione

(di Paolo Marcacci) Acquitrino e pantano (con la minuscola per carità): non è solo il fradicio scenario del Bentegodi, è anche una metafora della stagione in cui la Roma è scivolata fino ad infangarsi di polemiche, malumori, incertezze.

Sbuffi d'acqua e scivolate che diventano testacoda, come una mondina diligente proprio oggi Kjaer pare più  assennato del  solito: niente danni e puntuale in fase di  contraerea, pezzo forte del suo repertorio del resto.

Sul fianco destro della Roma Paloschi sembra il più portato per lo sci nautico, comprese le derapate ai  danni di Heinze; nascosto dietro il muschio della barba Daniele De Rossi puntella la diga.

Si riesce a rischiare  anche oggi, comunque, tra una passata e l'altra del tergicristallo, perché il Chievo  smuove la fanghiglia con più chili di carne e all'occorrenza Sardo e compagni non disdegnano d'inzuppare il dirimpettaio di botte e bottarelle.

Bisogna inventarsi qualcosa, come pensa e mette in pratica il Capitano al minuto sessantaquattro, quando la palla soffre il mal di terra, dopo tutta quell'acqua.

Nel frattempo, siccome Bojan è stato il primo a rischiare l'ondata di piena, dal primo del secondo tempo c'è  Tallo, che si muove a senso e cerca il suo spicchio d'utilità tra le anguille e i girini veronesi.

Nella schiera opposta, Bradley appare quello con la boccia più lucida, non solo per l'acconciatura, si fa per dire.

Goccia a goccia se ne vanno i minuti di una partita che comincia a puzzare d'inutilità e di classifica stagnante, acquitrinosa anch'essa, che non comprime il ritardo e minaccia anche ciò che resta della fiammella di speranza europea.

Tra un rinvio di Sorrentino e l'ennesimo chilometro che Marquinho macina sugli scarpini giallorossi, Totti è l'unico a tentare di pizzicare i tre punti dalla distanza, magari in virtù degli otto goal  già  segnati in carriera ai clivensi.

L'ultimo scorcio di una Verona allagata è per Simplicio, Family-man che potrebbe servire a cercare uno squarcio di sereno nel temporale, visto che ha l'inserimento facile e il piede all'occorrenza languido.

Meno bagnata del previsto è la capoccia di Perrotta, che all'ottantatreesimo giro di lancetta quasi riesce a far spiovere verso lo zero a uno un pallone del Capitano più dolce dello sguardo di Giulietta.

b, cui il punticino non serve ad alimentare le credenziali e la pioggia non stempera in viso le recenti rughe d'espressione. Il cappuccio, quello si, copre almeno i fili bianchi tra i capelli, segno evidente di quanto e quale possa essere lo stress dell'italico campionato per chi ne sottovaluta veleni e strategie.