rubriche

L’ISTANTANEA Atalanta-Roma: Daniele, il più presente

(di Paolo Marcacci) No. Inizia con una negazione e non è certo un sonetto di Foscolo.

Redazione

(di Paolo Marcacci) No. Inizia con una negazione e non è certo un sonetto di Foscolo.

E’ solo una suonata, l’ennesima che ci danno in trasferta; partite che si ripetono ormai in maniera quasi seriale, con il primo, scolastico lancio che taglia fuori una difesa che in realtà provvede a tagliarsi fuori da sola e ti trovi ad inseguire.

 

E’ stata peggio di Siena e detto questo non ci sarebbe nient’altro da dire, se non che era iniziata male prima ancora che cominciasse: non è un gioco di parole, anche perché oggi è proibito parlare di gioco, ma è il biglietto di presentazione di un pomeriggio di un giorno da cani, titolo cinematografico già citato in varie Istantanee e ci sentiamo di dire che non siamo noi ad essere ripetitivi: è la Roma che cade dopo ogni occasione in cui pareva essersi rialzata. Già questa mancanza di tensione agonistica dopo aver ritrovato risultati positivi, ultimo quello col Parma, avrebbe portato avvicendamenti su ogni altra panchina di Serie A: giusto o sbagliato che sia, è la nostra mentalità, concettualmente molto più distante da quella iberica di quanto non dicano i confini geografici.

Manca De Rossi e mentre scriviamo attendiamo precisazioni definitive, anche se i rumors durante la gara circolano molto più della palla strozzata dal centrocampo romanista. Qualsiasi cosa sia accaduta, anche senza la sua protezione non ci si possono permettere situazioni come quelle che regalano letteralmente il doppio vantaggio all’Atalanta. Cominciano, certi episodi, a farci pensare molto più ad una carenza strutturale piuttosto che a meccanismi bisognosi di rodaggio.

Mi viene un pensiero forse più lucido di altri: Gago sostituito dopo il cartellino che lo esclude dal derby: a che serve, a quel punto?

A proposito di cartellini, tra gli olè dei bergamaschi che sono la colonna sonora ideale per una disfatta di questa portata, anche stavolta con Damato ci si ritrova a giustificare una battuta di Benigni (la fece da Fiorello dopo le tre espulsioni di Firenze) e in una frustrazione tale da non riuscire a lamentarsi per l’ennesimo arbitraggio cervellotico di questo signore, perché in una giornata normale ci chiederemmo perlomeno perché non è stato espulso Cigarini assieme all’attaccante.

Già, ma da quanto tempo non assistiamo a una situazione normale?

Alla fine, ci congediamo dalle nostre elucubrazioni con una battuta che rischia di non essere tale: il meno ritardatario, oggi, era proprio De Rossi. Almeno lui in tribuna l’abbiamo visto.