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Amarcord Giallorosso: Falcao non basta per vincere a Udine, ma la Roma rimane in testa

(di Tommaso Gregorio Cavallaro) Era una Roma che guardava tutti d’alto, quella che si presentò al Friuli di Udine il 7 novembre del 1982. Gli uomini di Liedholm, a parte

Redazione

(di Tommaso Gregorio Cavallaro) Era una Roma che guardava tutti d’alto, quella che si presentò al Friuli di Udine il 7 novembre del 1982. Gli uomini di Liedholm, a parte

le due forature contro la Samp e la Juventus, avevano fatto percorso netto e, dopo 8 giornate, avevano un punto di vantaggio sulla rivelazione Verona di Bagnoli.

 

La partita contro gli uomini di Ferrari, che condividevano il quinto posto in coabitazione con la Sampdoria, nascondeva molte insidie. Lo sapeva bene anche Falcao, che, nei alcuni giorni prima della partita, aveva pronosticato un pareggio. E pareggio fu.

Ancelotti a parte, il quale stava ancora recuperando da terribile infortunio della stagione precedente, il Barone era nelle condizioni di poter schierare la formazione tipo. Unico ballottaggio fu quello tra Nappi e Righetti, vinto dal giovane virgulto della cantera giallorossa che ben si stava comportando in quell’avvio di campionato. Il difensore di Sermoneta andò ad affiancare Vierchowod davanti a Tancredi, mentre ai loro lati agivano i soliti Maldera e Sebino Nela. A centrocampo, imperniato sul duo Falcao – Di Bartolomei, stazionavano Prohaska, Conti e Chierico, con quest’ultimi che avevano il compito di supportare in avanti Bomber Pruzzo.

La compagine giallorossa partì forte, collezionando passando in vantaggio al 22 minuto con uno straordinario gol di Falcao. Il Divino, su cross di Prohaska, fulminò con un colpo di testa dal limite dell’area un attonito Borin.

Da lì in poi, forse a causa della maratona del mercoledì precedente nei sedicesimi di Coppa Uefa contro il Norrkoeping vinta ai rigori, ci fu solo l’Udinese in campo. Gli uomini di Liedholm si rintanarono pian piano nella loro trequarti, cercando di amministrare il vantaggio. Così facendo, però, consentirono a Causio&Co di prendere in mano le redini del gioco.

Tattica attendista che stava per portare i suoi frutti. La porta di Tancredi rimase inviolata fino a 10 minuti dalla fine. Al minuto 81, infatti, il portierone romanista calcolò male i tempi d’uscita su un traversone di Causio, consentendo al “carneade” Surjak di pareggiare i conti.

Nel dopo partita, non fu poi tanto il rammarico dei giocatori della Roma per non aver preso l’intera posta. Più che altro, come dichiarò Bruno Conti ai microfoni Rai, il cruccio giallorosso fu l’aver lasciato troppo l’iniziativa ai padroni di casa.

Alla fine di quella giornata, la Roma venne raggiunta in vetta dal Verona, che l’affiancò a 13 punti. Coabitazione che durò solo sette giorni. Dal turno successivo, infatti, la Roma riprese a comandare in solitaria il vascello del campionato, con il quale, l’8 maggio 1983, approdò in una porto chiamato Scudetto.

Udine, 7/11/1982 9° Giornata Girone d’andata 1982/83

Reti: 22? Falçao; 81? Surjak.

Udinese: Borin, Galparoli, Tesser, Gerolin (63? Pulici), Edinho, Cattaneo, Causio, Orazi, Mauro II, Surjak, Miano.  Allenatore: Ferrari.

Roma: Tancredi, Nela, Vierchowod, Righetti, Falçao, Maldera III, Chierico (75? Valigi), Prohaska, Pruzzo, Di Bartolomei, Conti.  Allenatore: Liedholm.

Arbitro: Mattei di Macerata

Classifica dopo la IX Giornata - Roma e Verona 13; Juventus 12; Inter, Sampdoria e Torino 11;  

             Udinese 10; Fiorentina 9; Avellino, Genoa e Pisa 8; Cesena 7;

             Ascoli, Cagliari e Napoli 6; Catanzaro 5.