(Il Messaggero) Così diversi da rappresentare il modello perfetto di campioni-rivali. Roberto Pruzzo e Bruno Giordano sui campi avevano in comune solo il talento e quell’innato senso del gol che nella capitale li ha resi leggenda.
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Pruzzo e Giordano, il derby dei bomber
(Il Messaggero) Così diversi da rappresentare il modello perfetto di campioni-rivali. Roberto Pruzzo e Bruno Giordano sui campi avevano in comune solo il talento e quell’innato senso del gol che nella capitale li ha resi leggenda.
Tre volte capocannoniere il primo, una il secondo, perno però di una squadra decisamente inferiore. Pruzzo era un formidabile centravanti d’area, Giordano veleggiava sempre sul limite, il primo segnava in acrobazia, l’altro con siluri da fuori. Nella vita si sono sempre stimati e oggi sono amici. Ma per vent’anni, sul campo, erano uno contro l’altro. “All’inizio della mia avventura romanista, i derby valevano una stagione – ricorda Pruzzo – Roma e Lazio non avevano altri obiettivi e non partecipavano alle Coppe europee.
Poi per noi della Roma le cose cambiarono. Cominciammo a lottare stabilmente per lo scudetto e le cose cambiarono. Il mio primo derby? Era il 1978 e in panchina c’era Valcareggi. Finì 0-0, ricordo la tensione incredibile dei miei compagni, soprattutto i romani Rocca, Spinosi e Di Bartolomei. Io ero più tranquillo, avevo alle spalle l’esperienza del derby di Genova”.
Giordano quella volta c’era. Ma di partite fra Roma e Lazio ne aveva già giocate diverse. Il suo esordio nella stracittadina avvenne il 16 novembre del 1975. C’era ancora Chinaglia e buona parte della squadra che aveva vinto il tricolore con Maestrelli. Corsini lo mandò in campo al posto di D’Amico. “Entrando, pensai a quando facevo il raccattapalle e quella gente la vedevo da bordo campo – racconta – Avevo un compito ingrato: farmi marcare da Rocca, dirottandolo verso il centro ed evitando così le sue temute folate.
Andò bene, la partita ? nì 1-1”. Nei derby romani, tre reti per ciascuno. Giordano rievoca il primo, nel ’76: “Dribbling su Sandreani e tiro da posizione de? lata che ha beffato Paolo Conti: era l’1-0 decisivo, proprio sotto la curva Nord: che emozione”. Per Pruzzo, il ricordo più bello è un gol di testa a sigillare il risultato: “Aveva segnato Nela, la Lazio premeva. La mia rete servì a darci tranquillità”.
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