GianfrancoZigoni ha rilasciato un'intervista al quotidiano "La Gazzetta dello Sport", parlando delle due ex squadre, Roma e Hellas Verona, che hanno tracciato una linea lunga e decisiva della sua carriera: "In giallorosso – racconta – sono arrivato dalla Juventus. Per me la Roma è stata la libertà. Mi comportavo secondo regole che stabilivo io. Mi feci crescere la barba, in omaggio alla rivoluzione cubana. Ero un idolo dell’Olimpico".
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Zigoni legge Roma-Verona: “I miei due grandi amori”
Dall’amicizia con Sordi e Pasolini a una tragedia ferroviaria, l’ex punta ribelle si racconta: "A Roma ero libero, a Verona in paradiso"
Il Paradiso di oggi per il Verona si chiama salvezza. Con la Fiorentina è stato un inferno, e ora la trasferta di Roma.
"Una giornataccia, l’ultima. Mi ha fatto male vedere il Verona perdere in quel modo, ma una brutta partita può capitare. Con la Roma è durissima. Per prendere punti servirà un miracolo, ma voglio crederci. L’Hellas ci rimane, in A. Dovrà faticare, ma ce la farà".
Lei era un attaccante estroso, imprevedibile. La Roma ne ha molti. Il pericolo maggiore?
"Perotti. Lui sì che ha classe. Facile dire Dzeko: grande centravanti, ma statico. Invece Perotti ha colpi geniali, mi piace. Se saprà fermarlo, l’Hellas avrà delle chance in più".
Lei è cresciuto nella Juve...
"Grandissimo club, oggi come allora, però a Torino dovevi essere un soldato. Soffrivo. Volevano che non fossi me stesso. Per questo dicevo che a Roma mi sono, finalmente, sentito libero. Era una città splendida. C’era persino poco traffico, mentre ora mi risulta che le strade siano intasate. Abitavo in un appartamento sulla Cassia, alla Tomba di Nerone. Uscivo la sera. Mi divertivo. Ho conosciuto i grandi del cinema, dell’arte, della poesia".
Chi, in particolare?
"Alberto Sordi m’invitò alla prima di un suo film. La bellissima Laura Antonelli, stupenda dal vivo più ancora che sullo schermo. Renato Rascel, che stravedeva per me e che se la prendeva con Helenio Herrera, che allenava la Roma e non mi faceva giocare. Più di tutti, Franco Citti, uno degli attori preferiti di Pier Paolo Pasolini. Pasolini, già: con Pier Paolo giocammo pure a calcio. Spesso vado a trovarlo sulla sua tomba, a Casarsa, e gli parlo".
(M. Fontana)
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