(Gazzetta dello Sport - M.Cecchini) I tempi cambiano. Perciò è opportuno che aggiorniate la versione che avete in memoria. Lo Zeman 2.0 è diverso rispetto agli anni d'oro delle polemiche contro il Palazzo. Adesso l'allenatore della Roma usa termini inusuali per giustificare le accuse al presidente Abete («mi rimangio le parole, chiedo scusa») tanto da iscriversi al folto plotone di chi si lamenta dei giornali. In compenso, però, resta feroce contro gli avversari spaiati. Stavolta c'era in calendario la replica a Vialli, che gli aveva dato del «paraculo» perché combatteva solo le battaglie che gli facevano comodo. E non si è rimasti delusi. «Per dieci anni in Italia sono stato fuori dal calcio. Vialli sbaglia. Pensavo avesse smesso di prendere farmaci...».
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Zemanata «Vialli? Pensavo avesse smesso con i farmaci…»
(Gazzetta dello Sport – M.Cecchini) I tempi cambiano. Perciò è opportuno che aggiorniate la versione che avete in memoria.
CASO ABETE Inutile dire che il Bologna (atteso da 50.000 persone) è sembrato quasi un ospite accidentale in una conferenza su cui aleggiava lo spettro della frizione con la Figc per la frase: «Abete non è nemico mio, ma del calcio» detta a «Sette». «Quelle tre parole non le pensavo così come sono uscite e me le rimangio nel senso che avete capito voi. Io continuo a dire che per me la Federazione poteva fare di più per cercare di migliorare, ma non era una cosa personale. Non mi aspetto di essere deferito. Chiedo scusa per quella frase, ma mancava una parola che avevo detto prima. Quale? Chiedetela al giornalista. Tutti possiamo migliorare. Negli anni '90 in Germania c'erano difficoltà e ora sono di esempio per gli altri. In società ne abbiamo parlato. Non credo che le mie frasi danneggino, forse qualche titolo sì. La dirigenza vuole tutelare la Roma e crearle le migliori condizioni, io mi impegno anche in questo». Insomma, la richiesta di basso profilo col Palazzo è stata recepita, ma il boemo aggiunge. «Mi sento libero anche oggi. Magari la mia è solo vecchiaia». Che non gli impedisce però di affermare: «Se a un giocatore date 4, penso che si possa dare anche all'arbitro. Se ci sono polemiche, pure quelle servono per migliorare».
CASO VIALLI Difficile, però, che serva la polemica con Vialli, che ha di nuovo messo in imbarazzo la dirigenza giallorossa, senza contare che il d.g. Baldini fino a qualche tempo fa era anche socio in affari extra-calcistici con l'opinionista di Sky. Comunque, prima della staffilata segnalata in apertura, a chi gli ricordava appunto le etichette degli ultimi giorni («comunista» e «paraculo»), il tecnico replicava: «Ci sono abituato. In qualche caso penso alla querela, in altre posso passarci sopra».
LAMELA & LOPEZ Con queste premesse, il calcio giocato sembra un optional («ma temo il Bologna»). Andiamo per temi: Destro centravanti. «Lui vive per il gol, ma ha ancora problemi di collegamento coi compagni. È normale che si trovi meglio in quella posizione, ma ciò non toglie che possa giocare anche in un'altra posizione». Lopez e Lamela. «L'uruguaiano è più giocatore da gol rispetto all'argentino, che è più da costruzione». Corollario riferito a Totti e Pjanic. «Sono due giocatori di costruzione e non sempre due così messi vicino danno risultati positivi, quindi sto riflettendo di dividerli». Ergo, se Pjanic passerà a destra, Lopez potrebbe scavalcare Lamela, così come Balzaretti, Piris («in difficoltà? Solo perché i più forti erano dal suo lato») e Taddei si contendono due maglie. Modulo: con Totti libero di inventare è più 4-3-1-2? «Per me il 4-3-3 è il modo migliore per coprire il campo, ma dipende dagli interpreti». Titoli di coda sulle prospettive. «Non l'anti-Juve?Noi vogliamo fare il meglio possibile. Se poi saremo anti Juve, Milan, Inter o Napoli non farà differenza». L'importante è essere «anti». Ma d'ora in poi avendo cura di scegliersi gli avversari giusti, ovvio.
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