(Gazzetta dello Sport-F.Licari)Non inganni lo «score» – 1-2 a quattro minuti dalla fine, 1-3 addirittura nel recupero – perché da tempo il Siena guardava soltanto il cronometro. Ma non illuda neanche Cosmi, convinto d'aver perso «contro una grande squadra», perché la Roma grande ancora non lo è. La verità sta in mezzo: il Siena è un manipolo di generosi faticatori, «strizzati» da un tecnico ancor più sanguigno, ma i suoi limiti sono impressionanti. Finché la Roma lascia fare – sbagliando tempi e posizioni, concedendo spazi alle ripartenze, innocua in attacco – l'equilibrio regge e rischia di scapparci la sorpresa. È quando la tecnica ha il sopravvento che non c'è più partita. E infatti il Siena resiste solo un tempo: almeno finché Zeman aggiusta il centrocampo (arretrando Pjanic) e libera la voglia di Destro. Mentre in contemporanea, dall'altra parte, saltano tutti gli schemi: la testa e le gambe sono in riserva, la linea di resistenza diventa quasi il limite dell'area. Risultato: Destro, Perrotta, ancora Destro.
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Zeman dà libertà alla punta. Il Siena finisce k.o. nel finale
(Gazzetta dello Sport-F.Licari) Non inganni lo «score» – 1-2 a quattro minuti dalla fine, 1-3 addirittura nel recupero – perché da tempo il Siena
Roma solo possesso Probabilmente Zeman concede qualcosa alla resistenza del Siena, scegliendo un 4-3-3 non d'ordinanza. Osvaldo resta in panchina e al suo posto va Pjanic, poco pratico da elastico offensivo di destra. Poi altra novità: Tachtsidis fa il play e Bradley, che da centrale ha garantito 180' senza gol, diventa mezzala destra. Dice Zeman che gli esterni d'attacco (Totti e Pjanic appunto) dovevano restare stretti per assicurare la spinta delle coppie di esterni. Ma il progetto non regge: Balzaretti non ha sponde per le sovrapposizioni, con Totti in giro per il campo e Sestu che preme addosso e scatena i contropiede; e neanche Piris affonda a destra, dove Bradley è fermo e Pjanic un po' in crisi d'identità. Non c'è neanche la fantasia di Lamela: soltanto possesso palla.
Gol Neto Al Siena non sembra vero di lasciarsi aggredire dolcemente. Destro è ben controllato, Totti lotta ma sbatte sulla trequarti, Calaiò disturba Tachtsidis mentre imposta, e così il 3-4-2-1 si arrocca subito in un efficace 5-4-1 che allontana tutti i pericoli. In più Rosina e Valiani – senza mai incrociare però – partono in bella velocità. Vuoi vedere che arriva la quinta di fila senza k.o. e senza gol?, pensa Cosmi. Quando Neto stacca in area su angolo di Valiani, inchiodando Goicoechea, 1-0 al 25' p.t., e poco dopo Rosina spreca il possibile 2-0, qualche pensierino passa di sicuro per la testa dello scatenato tecnico. Solo che, come spesso succede, il Siena comincia ad arretrare, a farsi schiacciare e a non ripartire più. Complice anche la solitudine davanti di un Calaiò poco ispirato e, al 13' s.t., l'uscita di Rosina – con Sestu e Bolzoni l'anima d'attacco – per l'inguardabile Reginaldo.
Doppio Destro Sestu s'inceppa, Vergassola riduce ancora il suo raggio d'azione e il nuovo 3-5-2 (D'Agostino per Valiani) non aiuta: il Siena chiude le trasmissioni e la Roma può aumentare ritmo e occasioni. Tachtsidis adesso gestisce il gioco ben oltre la trequarti e appoggia a Florenzi che, in area, ha il tempo di disegnare la palla sulla testa di Destro: e uno. Con il 4-4-2, Pjanic esterno e Bradley più nel cuore della manovra, il centrocampo è giallorosso. Anche se un paio di ripartenze del Siena, per giunta in superiorità numerica, mettono un po' paura: ma l'attacco non esiste più, con Calaiò stremato e Reginaldo mai in partita. Così, al 41', la sciagurata respinta-rimpallo di Rubin in area arriva sul destro di Perrotta (dentro da 7'): botta all'angolo, 2-1, gol dopo diciannove mesi e gioia che non finisce più. Infine contropiede e palla a Destro che non fallisce il diagonale, 3-1. L'aria di Siena, a quanto pare, gli fa proprio bene.
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