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Zaniolo, paradiso e inferno. Mou: “Non è più calcio. Il rosso? Siamo piccoli”

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Dopo le voci di mercato Nicolò protagonista: rete al 90', l'esultanza, il Var, la lite con Abisso che lo caccia al 95’. José: «A Lautaro, Chiellini e Ibra non sarebbe successo»

Redazione

"Cinque piccoli minuti. Per qualcuno un soffio di vento, per altri un’eternità. E allora chissà dove si colloca Nicolò Zaniolo, che in 5 minuti ieri è passato dal toccare il cielo con un dito al prendere a calci i cartelloni pubblicitari per la rabbia". Inizia così, il pezzo di Andrea Pugliese sulla Gazzetta dello sport sul numero 22 della Roma, proprio lui che è passato dal paradiso all'inferno quei minuti che servono per gonfiare la rete al 91', correre con il cuore in gola sotto la Curva Sud e il cartellino rosso.

Con la sua postura da re "E in quei momenti lì Zaniolo ci si è sentito anche un po’ il re di Roma", scrive ancora il giornalista, con un mare d'amore pronto ad accoglierlo dopo una settimana difficile, quella delle parole di Tiago Pinto, quella in cui non si era sentito desiderato, "al di là delle voci di mercato, dell’interesse della Juventus". Alla fine di quella settimana, quel gol era tutto ciò che voleva. Tanto che lo si può giustificare per quello che è successo, con la testa che gli è andata in cortocircuito per esserselo visto annullare per un precedente fallo di Abraham su Vasquez. Il resto è storia, con lui che va contro Abisso, l'arbitro, e sì, viene espulso.

"Possono cancellare tutto, ma questo rimarrà per sempre impresso nella mia mente!", ha scritto Zaniolo sui social postando la foto della sua esultanza sotto la Sud, la stessa che ha fatto urlare come un pazzo anche Damiano David, il frontman dei Maneskin. Poi sono intervenuti anche mamma Francesca e papà Igor. La prima ha scritto che "diventa difficile se non impossibile. Sempre a testa alta, contro tutti e tutto campione", l'altro si è fermato a "Vergogna", a corredo la stessa foto "di un fallo plateale su Nicolò. Perché poi la famiglia gli è sempre vicina e anche ieri gli si è stretta intorno quasi come un cordone di sicurezza, a volerlo tutelare". Del resto, di Zaniolo aveva parlato anche lo stesso Pinto prima della partita. "Sono rimasto sorpreso di tanto clamore su una risposta ovvia – ha detto il g.m. giallorosso – Siamo in un’era in cui Messi ha lasciato il Barcellona per andare al Psg, nessuno direttore sportivo può essere preso sul serio se dice che un calciatore è incedibile. Sono stato strumentalizzato. Non parlerò più di Zaniolo". E poi dal giornale scrivono che un incontro con Claudio Vigorelli, il suo agente, ci sarà già mercoledì "per iniziare a tessere la tela per il rinnovo del contratto".

Tornando alla partita, anzi al post partito. Di Nicolò ha parlato anche Mourinho. E ha lanciato un attacco al palazzo. "La Roma agli occhi del potere è piccolina", ha detto il portoghese. "A Mou non è andato giù tutto ciò che è successo in quei 5 minuti finali. Anche se poi sul tema l’opinione della società è diversa". Ieri era la prima uscita di Gianpaolo Calvarese, il nuovo consulente arbitrale, che era allo stadio e a fine partita è riuscito a parlare subito con i dirigenti giallorossi, ma non con lo Special One. L'opinione della Roma è che il gol era da annullare sotto il profilo tecnico, ma il rosso è stato eccessivo. "Anche se poi pure con il giallo sarebbe cambiato poco, perché Zaniolo era stato già ammonito quando è andato ad esultare sotto la Sud, ammonizione che è rimasta", scrive Pugliese. "Abisso ha fatto una buona partita, non ho un feeling negativo – ha detto, invece, l’allenatore –. Magari non ha sbagliato lui, ma i dottori che decidono le regole del calcio. Se l’arbitro ha deciso bene, vuol dire che il calcio è cambiato, dovremmo trovare un altro nome. Se invece ha sbagliato per noi è una deja vu perché nei nostri confronti è già successo altre volte". Poi Mourinho è tornato su Zaniolo: "Ha preso il rosso per aver detto tre volte ad Abisso “che c...o hai fischiato”, non perché lo ha mandato a quel paese o gli ha insultato la mamma. Alla fine ad Abisso gliel’ho detto: bisogna saper distinguere tra una frase del genere al 5° minuto o al 90°, dopo un gol annullato. Ci vuole maturità, sensibilità, poteva bastare un giallo. Se Zaniolo giocasse nella Juve, nel Milan o nell’Inter sarebbe lo stesso? Non ha preso mai un rigore, non gli danno un fallo, appena apre bocca è giallo. Un giocatore creativo come lui che ha preso già 7-8 ammonizioni e due espulsioni. Quel rosso lo avrebbe mai preso Lautaro o Ibrahimovic a San Siro piuttosto che Chiellini all’Allianz Stadium? Questo siamo noi, siamo piccolini". Deve solo crescere, anche da questo punto di vista.