La sfida tra Roma e Juve continua a emozionarlo come gli capitava da calciatore. Mirko Vucinic accetta di rimettersi in campo, con il cuore ancora diviso, per i cinque anni trascorsi nella capitale e le tre stagioni vissute a Torino. Ecco uno stralcio della sua intervista, rilasciata a La Gazzetta dello Sport.
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Vucinic: “La mia Roma era nettamente più forte di questa, ma stimo molto Fonseca”
Il doppio ex: "Pjanic e Zaniolo decisivi. Ronaldo trasmette una mentalità vincente"
Le attuali creature di Sarri e Fonseca sono più forti delle sue Juventus e Roma?
La mia Roma era nettamente superiore: se non avessimo avuto davanti l’Inter, avremmo vinto lo scudetto. Questa Juve, invece, è più forte, perché Cristiano Ronaldo, con il suo carisma e i suoi colpi, trasmette una mentalità sempre più vincente.
L’attaccante Vucinic si sarebbe esaltato di più con Sarri o Fonseca?
Sarri. Mi piace la ricerca del fraseggio, il tentativo di conquistare campo con tanti passaggi corti e poi l’imbucata improvvisa. Stimo molto pure Fonseca: lui e Petrachi hanno cominciato un lavoro che mi intriga.
Quali giocatori possono decidere la partita dell’Olimpico?
Pjanic e Zaniolo. Ma incideranno tantissimo i tifosi romanisti, che possono trascinare la loro squadra.
La Roma potrà lottare solo per il terzo posto finale, magari in una volata con la Lazio?
Sì. E credo che i giallorossi la spunteranno. Per lo scudetto è una storia tra Juventus, ancora favorita, e Inter, che con Conte si è avvicinata tantissimo. Se poi avrà anche Vidal, Conte, numero uno al mondo, diventerà un osso durissimo sino in fondo.
Passando da Pallotta a Friedkin, la Roma potrà puntare allo scudetto e a realizzare lo stadio?
Si può solo sperare. Per vincere a certi livelli bisogna investire tanti soldi. Ai miei tempi, Sensi fece il massimo che si poteva consentire. Certo, uno stadio di proprietà, senza pista di atletica, porta 10-12 punti in più in classifica: già mi immagino il popolo giallorosso a due passi dal campo.
Ha sentito De Rossi?
No. Lo chiamerò nei prossimi giorni. Non mi aspettavo che mollasse. Il calcio mondiale non avrà più un meraviglioso protagonista. Si divertirà nel ruolo di allenatore. Ora ci penso anch’io…".
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