rassegna stampa

Voeller: “Roma mia sei da scudetto, ma ora dammi un pareggio”

"La Roma che però ha dimostrato di saper giocare bene, di essere la migliore in Italia e di avere tutte le possibilità di vincere il campionato"

Redazione

L'ex giocatore della Roma ed attualmente direttore sportivo del Bayer Leverskusen, Rudi Voeller, ha rilasciato un'intervista al quotidiano "La Gazzetta dello Sport", in vista del match di mercoledì sera tra il suo passato, i giallorossi, e il suo presente, i tedeschi.

Sul 4 a 4 dell'andata

«Sono da qualche annetto nel calcio, ho visto di tutto ma quella sera è stata una partita pazzesca, uno spettacolo per i tifosi. E’ più felice chi segna per ultimo, fosse finita 2-2 da 2-0 per noi sarebbe stata più contenta la Roma che però ha dimostrato di saper giocare bene, di essere la migliore in Italia e di avere tutte le possibilità di vincere il campionato»

Sarà una partita diversa?

«Non è detto che ci sia più prudenza, le dinamiche non sono calcolabili, può finire 0-0 o 1-0 o 0-1, noi quattro giorni dopo abbiamo fatto la stessa gara contro lo Stoccarda, però vincendo 4-3. Se non perdiamo all’Olimpico avremo noi un piccolo vantaggio per la qualificazione, ma sarà un match difficile».

Cosa ha imparato a Roma?

«Il significato romano della parola derby. A Brema c’era rivalità con l’Amburgo, se perdevi il derby del Nord però si sentiva la delusione e niente altro. A Roma dopo un k.o. con gol di Di Canio ci allenammo con la polizia fuori da Trigoria».

La seconda Roma, quella da allenatore. Disse: vengo per aiutare degli amici. Perché lasciò dopo neanche un mese?

«Avevo lasciato la nazionale in giugno, volevo fermarmi e rilassarmi. Solo due squadre mi avrebbero fatto cambiare idea, Leverkusen e Roma. A fine agosto successe il dramma di Prandelli, le dimissioni per stare accanto alla moglie malata. Mi chiamò Totti, mi chiamò Baldini, dovevo decidere in fretta, non potevo portare un assistente tedesco come Skibbe, ero poco preparato sul calcio italiano, diverso da 17 anni prima. Se è andata così è solo colpa mia. Ero la persona sbagliata nel posto e nel momento sbagliato. Pensavano arrivasse il tedesco che fa il duro, ma non ne sono capace».

Cosa può invidiare alla Serie A un dirigente di un club della Bundesliga, un torneo fra i più ricchi e seguiti al mondo?

«Vi invidio perché non avete fra i piedi il Bayern Monaco. E la Roma può vincere lo scudetto».

(P. Archetti)