rassegna stampa

Vitek, ecco l’area di Tor di Valle. Friedkin studia e aspetta la Raggi

II ceco acquista le società di Parnasi e vuole costruire il business park Si lavora al patto

Redazione

Ieri a Milano il Cda di UniCredit ha dato il via libera per trasferire le società dell’imprenditore Luca Parnasi a Radovan Vitek, che mette così le mani sui terreni di Tor di Valle, dove dovrebbe sorgere il nuovo stadio della Roma e l’annesso "business park", scrive massimo Cecchini su La Gazzetta dello Sport.

Il magnate ceco, con la sua CPI Property Group ha acquistato – con modalità diverse – le tre società del gruppo Parnasi, indebitate con l’istituto di credito - Capital Dev, Parsitalia ed Eurnova - spendendo circa 250 milioni per un valore dei beni pari a 600. Limitandoci al calcio, la notizia principale riguarda Eurnova, che detiene l’area di Tor di Valle interessata al nuovo impianto, è che è stata valutata 50 milioni circa. Tra l’altro, uscito di scena l’indagato Parnasi (inchiesta «Rinascimento») sarà più facile per il Comune il via libera.

A questo punto la palla passa alla famiglia Friedkin, che da tempo ha un rapporto diretto con Vitek per portare avanti il progetto. Gli americani dovrebbero occuparsi dello stadio, mentre il magnate ceco del "business park", dividendo così gli oneri di urbanizzazione (in base alle cubature) che sono pari a circa 300 milioni. Il presidente, però, ha in corso una riflessione, anche alla luce delle tante pressioni che gli sono giunte perché arrivi a un cambio di area (Fiumicino e Tor Vergata su tutte).

Se è vero che i mancati introiti per un ritardo di 4-5 anni dovuti a un cambio di area sarebbero quantificabili in circa 120-150 milioni (più o meno 30 milioni a stagione), pur immaginando la divisione con Vitek degli oneri di urbanizzazione, la nuova proprietà sa di dover mettere in preventivo spese per almeno 150 milioni, a cui aggiungere i circa 400 per il nuovo impianto in sé. Così i Friedkin si chiedono: e se un’altra area avesse spese di urbanizzazione assai più basse, sarebbe più conveniente? La risposta per ora è negativa, ma il tempo degli investimenti, e quindi delle scelte, è sempre più vicino.