rassegna stampa

Vincere e partire: De Rossi scopre la tentazione Usa

Ogni due anni sembra esserci un’attrazione del centrocampista verso l’addio, ma anche nel 2015 qualcosa può muoversi.

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Su una delle prime pagine dello spagnolo «Marca» del luglio 2009 campeggiava un suo fotomontaggio gigante in cui – con addosso la maglia del Real Madrid – pareva masticare qualcosa come rabbia ed esultanza. Due estati più tardi, nel 2011, i tabloid inglesi erano fotograficamente più misurati, ma l’offerta del Manchester City sembrava di quelle che non si potevano rifiutare. Passò ancora una biennio e stavolta, nell’agosto 2013, a farsi avanti fu il Manchester United che puntava su di lui per rifondare la squadra del post-Ferguson. A tenere insieme tutti questi possibili affari ci sono state due cose: il fatto che siano tutti sfumati e, soprattutto, che il protagonista sia stato sempre Daniele De Rossi, ovvero una delle due facce da esportazione della Roma calcistica (c’è bisogno di dire che l’altra è Totti?). Ecco, sarà che ogni due anni sembra esserci un’attrazione verso l’addio, ma anche nel 2015 qualcosa può muoversi. E stavolta per portarlo più lontano, addirittura a New York.

CASA DOLCE CASA La tenaglia è di quelle ambiziose. Nella Grande Mela il centrocampista giallorosso ha da poco comperato casa e chi gli è vicino lo racconta (in linea teorica) affascinato di fare un’esperienza di vita negli Usa. Perciò radio mercato segnala i primi interessamenti della nuova franchigia della Mls, il New York City, che proprio nel 2015 comincerà la sua nuova avventura giocando le gare interne nel mitico Yankee Stadium. La proprietà è la stessa del Manchester City, lo sceicco Mansur, supportato dal club di baseball degli Yankees. Non a caso i primi colpi di vetrina sono stati gli ingaggi di Lampard e Villa. Senza contare che a New York esiste anche un’altra franchigia, la New York Red Bulls (con base nel New Jersey), da poco orfana della sua stella Henry.

RISCHIO Come si vede, le chance sono diverse e in ogni caso, se la tentazione si concretizzasse, a Trigoria fanno capire che non farebbero barricate. Ovviamente non per un fatto tecnico – De Rossi, pur non essendo ora titolare inamovibile, resta sempre uno dei leder del gruppo – ma perché il bilancio si alleggerirebbe di circa 13 milioni lordi a stagione, che potrebbero essere reinvestiti in altro modo. Da parte del giocatore, inutile dire che la separazione dai colori giallorossi e da Roma – dove vive anche sua figlia Gaia, avuta dal matrimonio con Tamari Pisnoli – sarebbe vissuta come un vero e proprio lutto, soprattutto se dopo il suo addio cominciasse finalmente un ciclo vincente.

SCUDETTO E ADDIO? Per questo chi lavora all’affare spera in uno scenario del genere: la squadra di Garcia si laurea a maggio campione d’Italia, permettendo così a De Rossi di dire addio con la sensazione di aver adempiuto alla missione di portare la Roma sul tetto della Serie A. Come si vede, un intreccio economico-sentimentale di non facile scioglimento. In ogni caso, meglio restare sintonizzati: le sirene americane sanno cantare assai bene.