La Roma tiene botta, vince a Verona e resta quarta nella scia della Lazio, aspettando il Cagliari stasera che ospita la Sampdoria. Come riporta Sebastiano Vernazza di La Gazzetta dello Sport, quello del Bentegodi è sicuramente un successo importante, perché ottenuto contro una squadra ostica e in forma come l’Hellas, difficile da decodificare. La Roma ha saputo soffrire e ha colpito nei momenti giusti della partita, alla minima distrazione del Verona. Roma senza Zaniolo squalificato, ma con un Lorenzo Pellegrini sempre più padrone del suo ruolo di trequartista, senza perdere la multifunzionalità del centrocampista totale. La Roma c’è, Paulo Fonseca ha capito in fretta le dinamiche del calcio italiano e si è adeguato: per esempio, ha chiuso con un 5-4-1 inusuale. La duttilità esprime intelligenza.
rassegna stampa
Vince la qualità della Roma. Tanti applausi per il Verona
Apre Kluivert, pareggia Faraoni. Due gol annullati alla squadra di Juric , poi emergono i giallorossi, ora quarti
Il Verona ha rubato l’occhio, ma è la Roma a essere in vantaggio al termine di un primo tempo dirompente. Un match all’inglese, senza infingimenti e ricco di accelerazioni. Roma avanti grazie a una palla profonda e bellissima di Lorenzo Pellegrini per Kluivert sulla sinistra, bravo ad aggirare Rrhamani e a metter dentro con la collaborazione di Silvestri, battuto sul suo palo. Prima e dopo il vantaggio è stato però il Verona a prendersi la scena, con un gioco rapido e con un attacco abbastanza indefinibile: Di Carmine prima punta molto sui generis perché largheggiante; Verre e Zaccagni alle sue spalle. Se Verre può essere collocato alla voce trequartisti, più difficile inquadrare Zaccagni, bravo a trasformarsi in ala aggiunta e a stressare, in combutta con Lazovic, il fianco destro romanista. Questo attacco dinamico e sfuggente ha messo in difficoltà gli stessi Mancini e Smalling, spaesati dalla mancanza di riferimenti certi: uscire o uscire, questo era il dilemma. Il pareggio dell’Hellas è stato esemplare per semplicità: Zaccagni da sinistra per Faraoni appostato sul secondo palo e con Kolarov scavalcato dal cross. Pari più che meritato e raddoppio gialloblù dello stesso Faraoni, annullato però dalla Var per fuorigioco di Lazovic all’origine dell’azione. Il calcio è spietato e dall’incombente 2-1 si è passati all’1-2: vistosa trattenuta di Gunter su Dzeko in area e rete su rigore di Perotti, subentrato a Kluivert fuori per infortunio. La capacità di sofferenza della Roma, l’atletismo del Verona.
Al ritorno dagli spogliatoi, Verre e Zaccagni entrano in riserva. Juric li ha sostituiti via via, ma la squadra non ha mai smesso di provarci con il suo calcio arrembante, uno contro uno. A San Siro contro l’Inter avevamo visto un Verona arroccato nel fortino, contro la Roma tutt’altro atteggiamento, più propositivo e mordente. Per impegno e combattività l’Hellas avrebbe meritato il pari, che sarebbe forse arrivato su rigore se l’arbitro non fosse ritornato sui suoi passi: niente penalty per mani di Smalling sul tocco di Pazzini, per fuorigioco di Lazovic autore del cross. Calcio crudele un’altra volta, dal possibile pareggio si è passati all’1-3 di Mkhitaryan, sull’asse Pellegrini-Perotti. Quinta vittoria della Roma nelle ultime sei giornate, una striscia importante di risultati.
© RIPRODUZIONE RISERVATA