Nella vittoria di mercoledì scorso a Crotone c’è un dato che è emerso in modo eloquente, scrive Andrea Pugliese su La Gazzetta dello Sport, la grande capacità di Gonzalo Villar di non sprecare mai niente di ciò che riceve in dote. Non una banalità, perché poi il regista proprio questo deve saper fare. Ed allora quei 67 passaggi positivi sui 69 palloni giocati complessivamente dallo spagnolo della Roma impressionano un po’ tutti.
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Villar cambia la Roma: palleggio, ritmo e verticalità. Ecco il regista
Con Gonzalo la squadra ha più equilibrio nella fase di costruzione: la manovra inizia dal basso. A Crotone per lui 67 passaggi positivi su 69. E ora c’è l’Inter
Insomma, quei segnali che arrivavano pian piano nel corso dei mesi scorsi sono diventati ora quasi certezze. Gonzalo Villarsembra essersi preso davvero la Roma. E se non in maniera definitiva (per la consacrazione finale c’è ancora bisogno di tempo), sicuramente in un modo importante. Terminato il periodo di apprendistato e studiato a fondo il campionato italiano (decodificando anche le differenza con il calcio spagnolo), il mediano giallorosso ha capito sempre meglio il calcio di Fonseca.
Il tecnico gli chiede di abbassarsi quasi a ridosso dei difensori per andare a giocare palla e costruire dal basso. Poi, una volta in possesso del pallone, Gonzalo può giocare corto sull’altro mediano (Veretout) o sul trequartista di riferimento (Mkhitaryan) o lungo sui due esterni (Spinazzola più di Karsdorp). Gli piace attirare la pressione dell’avversario su di sé, per poi saltare una linea di pressione, magari con un passaggio smarcante o andando lui stesso in verticale.
Di Gonzalo colpisce soprattutto l’eleganza con cui tratta la palla, ma anche la semplicità con cui trasforma i pericoli in soluzioni. Anche i compagni oramai hanno imparato a fidarsi e si affidano sempre più a lui, anche quando sono in difficoltà.
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