Domenica Federico Viviani tornerà per la prima volta all’Olimpico da avversario, con la maglia del Verona. Non la gara più semplice per cancellare lo zero alla voce partite vinte dell’Hellas. Un ritorno al passato emozionante per chi ha vissuto sette anni a Trigoria, vinto uno scudetto con la Primavera e uno con i Giovanissimi, ma soprattutto mosso i primi passi nel calcio dei grandi, con una gara in Europa League e quel debutto in A con la Juve, sotto la gestione Luis Enrique.
rassegna stampa
Verona, Viviani: «De Rossi, Totti e Pjanic, la mia Roma da brividi…»
"A Roma Spalletti ha lasciato un grande ricordo e tutti gli vogliono bene. Io a volte ho fatto il raccattapalle: avevamo l’ordine di rimettere la palla in gioco velocemente"
Viviani, qual è il ricordo più forte di quell’esordio?
«Le parole di De Rossi le porterò dentro per tutta la vita. Fu lui ad avvicinarsi a me, anche se avrebbe potuto non farlo. E mi rassicurò: “Sei bravo, sai quello che devi fare. Non pensare a cosa c’è intorno ma divertiti. Non preoccuparti, e se hai problemi io sono qui, passamela. Sei fortunato, solo i predestinati fanno l’esordio in A con la Juve”. Detto da un campione come lui…».
Un po’ un fratello maggiore, insomma. E Totti?
«Il capitano (lo chiama ancora così, tanto è grande l’ammirazione, ndr) ha un carisma talmente grande che ti ipnotizza. La prima volta che sono entrato nello spogliatoio della prima squadra ho pensato: “Cavolo, è Totti. Potrò allenarmi con lui, giocherò al suo fianco…”».
Lei è uno specialista delle punizioni. Rimaneva a sfidare Totti?
«Mi fermavo sempre dopo l’allenamento, ma con Pjanic, un altro grandissimo talento e uno dei migliori specialisti. Mi raccontava di quanto fosse stato fortunato a giocare a Lione con Juninho Pernambucano, il mago della maledetta. Mi faceva vedere come si faceva. Ripeto, sono stato fortunato».
Sette anni di Roma, quante volte ha incrociato Spalletti?
«Viveva a Trigoria col suo staff, capitava di incrociarlo. A Roma ha lasciato un grande ricordo e tutti gli vogliono bene. Io a volte ho fatto il raccattapalle: avevamo l’ordine di rimettere la palla in gioco velocemente. Può risollevare la squadra, ma penso che pure Garcia abbia fatto bene, realizzando il record di punti in A della Roma al primo anno».
(V. D'Angelo)
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