Jordan Veretout è il cuore, l’anima, ma anche il cervello, della Roma di Fonseca, scrive Chiara Zucchelli su La Gazzetta dello Sport.
rassegna stampa
Veretout anima, gambe, cervello. Fonseca non può farlo riposare
Il francese intoccabile: è schierato più di tutti dal tecnico della Roma
Se c’è un giocatore a cui il tecnico portoghese ha davvero affidato le chiavi della sua Roma è il francese e la partita di questa sera contro il Parma non farà eccezione. Perché con Cristante spostato probabilmente in difesa e un nuovo modulo con cui la Roma sta prendendo confidenza, toccherà ancora a lui coprire il reparto arretrato e orchestrare le azioni offensive.
In questa stagione Fonseca lo ha schierato in 37 occasioni (più di Dzeko, Pau Lopez e Kolarov) di cui 27 in campionato. Non è mai stato fuori in Serie A per scelta tecnica, ma solo per infortunio o squalifica e i numeri, più di tutti, certificano la sua importanza nevralgica.
I passaggi lunghi della Roma passano quasi tutti dai suoi piedi con una media di 3,63 a partita, di tre volte maggiore a quella del ruolo (1,68). Se c’è un neo nel suo lavoro è che Veretout verticalizza solo il 25% dei suoi passaggi, un quarto, un dato che Fonseca vorrebbe fosse superiore, perché ama quel tipo di calcio.
Il giocatore con cui il francese interagisce di più è Kolarov, ma questa non è una novità perché è dal 2017 che il serbo è il regista difensivo della Roma. Adesso, invece, Jordan ha iniziato a lavorare molto con Mkhitaryan, che spesso si abbassa vicino a lui per lavorare meglio per i compagni. I due parlano la stessa lingua, per quanto l’armeno abbia piedi più delicati, e magari dalla loro sinergia possono nascere azioni pericolose. Anzi, Fonseca spera che da loro, e da Dzeko, possa proprio rinascere la Roma.
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