rassegna stampa

Vent’anni dopo Petruzzi la difesa è made in Italy

L'ex giallorosso l'ultimo italiano leader del reparto. Poi sempre condottieri stranieri, fino a Mancini...

Redazione

Panucci si divideva tra il centro della difesa e la fascia, Romagnoli era troppo giovane per essere titolare, Mangone e Rinaldi vincevano lo scudetto ma erano preziosissimi più nello spogliatoio che in campo. Poi Davide Astori si alternava con Yanga-Mbiwa. Negli ultimi vent'anni la difesa della Roma, al centro, è stata appannaggio di giocatori stranieri perché gli italiani non riuscivano a giocare con continuità, scrive Chiara Zucchelli su "La Gazzetta dello Sport". Gianluca Mancini proverà a invertire la tendenza: se davvero Roma e Atalanta riusciranno a limare gli ultimi dettagli nei prossimi giorni sarà a disposizione di Fonseca e proverà a convincere il tecnico a consegnarli un posto da titolare.

L'ultimo italiano a giocare trenta partite con continuità è stato Fabio Petruzzi, cresciuto nel settore giovanile giallorosso. Anche Astori nel 2014-2015 arrivò a 30 tra Champions, campionato, Coppa Italia ed Europa League. Mancini deve fare ancora il grande salto, anche se per la Roma è pronto a rinunciare alla Champions League con l'Atalanta. Dovrà giocarsi il posto - Alderweireld permettendo - con i due sudamericani Fazio e Juan Jesus. Per età e caratteristiche sembra un giocatore adatto a Fonseca, la sua voglia di Roma potrebbe essere decisiva nella trattativa.

Petruzzi quando realizza che l'ultimo italiano titolare al centro della difesa è stato lui quasi si stupisce: "Ai miei tempi probabilmente la scuola italiana produceva tanti difensori, negli ultimi anni ci sono stati solo quelli della Juventus. Mancini mi piace, ma penso che accanto a lui ci vorrebbe uno d'esperienza. Poi lui è stato bravissimo nella difesa a tre, quella a quattro è un'altra cosa". Ecco perché Petrachi continua a lavorare per Alderweireld.