rassegna stampa

Under, una testa da top player. E le gambe girano al massimo

In Turchia gioca titolare dopo oltre due mesi dall’ultima volta: “E’ uno dei momenti più belli, ma so che devo dare di più alla Roma”

Redazione

Quantomeno ora Paulo Fonseca ha una certezza in più: Cengiz Under i 90 minuti nelle gambe ce li ha eccome e lo ha dimostrato giovedì sera, quando alla Turk Telekom Arena di Istanbul ne ha giocati ben 81. E anche discretamente, guidando la sua Turchia nel pareggio interno con l’Islanda (0-0) che ha di fatto dato la certezza matematica della qualificazione ad Euro2020 ai padroni di casa. “Questo pareggio per me è come una vittoria - ha detto a fine partita Under -. Sono felicissimo, è uno dei momenti che sognavo di vivere da sempre. In questo momento non riesco neanche a descrivere i miei sentimenti…”

Insomma, stavolta - spiega 'La Gazzetta dello Sport' - si può dire che Under è tornato davvero. E la qualificazione della Turchia non fa altro che dargli ancora più entusiasmo ed autostima. L’esterno giallorosso non giocava una partita da titolare da oltre due mesi e per l’infortunio in nazionale ne ha saltate addirittura dieci. "Sono pronto per dare di nuovo il massimo per la Roma – ha detto il giovane turco – Voglio fare le cose al meglio per la mia carriera". Tra l’altro, giovedì sera Under ha agito come uno dei nuovi leader del gruppo turco nei festeggiamenti a fine gara. A condurli a lungo è stato proprio lui, che ha portato la Turchia sotto i suoi tifosi e con il dito sul naso ha mimato il gesto del silenzio. Poi il post su Twitter, a cui ha fatto seguito anchequello serale su Instagram. Insomma, un giocatore più forte anche nella testa e nella leadership.

Chi invece non può certo aver esultato è Henrikh Mkhitaryan, che da Roma ha seguito la sconfitta della sua Armenia in casa con la Grecia (0-1), che di fatto ha sancito l’addio ufficiale a qualsiasi speranza di qualificazione. Micki nei giorni scorsi ha però parlato, tornando sul difficile rapporto con Unai Emery, ritenuto il responsabile del suo addio dall’Arsenal dopo l’acquisto di Pépé:"Ha prestato sempre più attenzione alla tattica che al resto e il mio ruolo è cambiato. Prima giocavo da esterno offensivo, poi ho dovuto diventare un centrocampista difensivo. A un certo punto non ho accettato di restare in panchina a guardare gli altri: ho 30 anni e ho voglia di giocare. Lui e il d.t. Sanllehi mi hanno assicurato di credere in me, ma la Roma è stata molto più convincente”.