Con lui sarebbe a tutti gli effetti una difesa di giganti, una linea a tre che la Roma non ha mai avuto così alta. Già, perché Daniele Ghilardi (189 centimetri) si andrebbe ad aggiungere a Gianluca Mancini (190) ed Evan Ndicka (193). Tre colossi a guardia della porta di Mile Svilar, scrive Andrea Pugliese su La Gazzetta dello Sport. Ghilardi, poi, nonostante la sua altezza ha anche una buona velocità di base, che lo può aiutare nei recuperi, soprattutto quando la linea difensiva giallorossa giocherà alta, per accorciare la squadra e favorire pressing e riconquista del pallone. In più Ghilardi è uno che sa giocare bene anche il pallone, visto che nei primi anni alla Lucchese si dilettava addirittura da centrocampista offensivo. Può giocare sia nella difesa a tre (come con il Verona), sia in quella a quattro, come fatto anche nel recente Europeo Under 21. Insomma, giocatore affidabile e futuribile. Roma e Verona stanno trattando, ma si tratta di limature, la fumata bianca dovrebbe arrivare intorno ai dieci milioni più un paio di bonus.

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Un’altra Roma: da Ghilardi a El Aynaoui
Si resta in attesa, con Wesley sempre più impaziente di sbarcare a Roma. Il Flamengo lo vuole lasciare solo dopo aver trovato il sostituto (Vinicius Tobias?), lui per ora si deve accontentare di mettere i like ai vari post della Roma. Ieri il giocatore e il suo agente (Balo Coelho) si sono sentiti ancora con Ricky Massara, il ds giallorosso, che ci ha tenuto a rassicurarli. La Roma lo aspetta, anche se lo vorrebbe subito. Wesley ha sempre giocato a 4, ma il tecnico della Roma è convinto di poterlo plasmare presto anche come esterno a tutta fascia. Di certo è uno che spinge, che si fa notare più per quello che riesce a fare in fase offensiva che non difensiva.
Quanto a Ferguson, è venuto a Roma per tornare ad essere quello brillante e scintillante di due anni fa, quando in Premier League c'era chi addirittura lo paragonava a Kane o ad Alan Shearer. A Roma all'inizio partirà dalle retrovie, alle spalle di Dovbyk. Poi ogni tanto Gasperini li farà giocare anche insieme, con il doppio centravanti. Tra l'altro, a Brighton Ferguson a volte giocava anche più largo, a sinistra, proprio a dimostrazione del fatto che è una punta mobile e dinamica.
Ieri ha vissuto di fatto la sua prima vera giornata giallorossa, ma El Aynaoui aspetta con ansia le prossime due amichevoli per iniziare a prendere confidenza con i nuovi compagni. Il marocchino sarà di fatto il regista della squadra, l'uomo che dovrà darle equilibrio e geometrie. Ma è anche uno che sa andare e che ha buone capacità di inserimento. E allora quando in campo ci sarà Cristante, toccherà a lui aiutare i trequartisti, in caso contrario - in coppia con Koné - si dedicherà più al lavoro di cucitura della manovra. Ma tutto questo fa capire come in effetti sia un centrocampista completo, che può svolgere più ruoli e più funzioni in mezzo al campo.
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