Luciano Spalletti ha scelto di sporcarsi le mani con la Roma: l’impianto difensivo andava ributtato giù e ripensato daccapo. Lezioni di fase difensiva: il tecnico toscano ha preso e rigirato la frittata. Vi spiego come si difende. E vi spiego, soprattutto, che si può difendere anche in più modi. Linea a quattro, linea a tre, «difesa a tre e mezzo», come l’ha ribattezzata Spalletti, scrive Davide Stoppini su "La Gazzetta dello Sport".
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Una difesa a tre e mezzo per blindare la Roma
Zukanovic sarà un mezzo centrale e mezzo terzino: centrale quando il pallone ce l’ha la Roma, terzino quando ad attaccare sono gli altri
Zukanovic sarà un mezzo centrale e mezzo terzino, il totale fa uno: il giocatore giusto — per caratteristiche — per passare da un’azione all’altra dalla difesa a tre a quella a quattro. Non sarà Benatia, ma per Spalletti diventa utilissimo per questo esperimenti tattici del nuovo allenatore. El Shaarawy tutta fascia, alla Bernardeschi per citare la Fiorentina, è storia possibile solo se a coprire le spalle al Faraone c’è Zukanovic, bravo a scalare di qualche metro fin sulla fascia per diventare terzino a tutti gli effetti. E così va: centrale quando il pallone ce l’ha la Roma, terzino quando ad attaccare sono gli altri.
Manolas non ci sarà per squalifica, quindi Rüdiger tornerà centrale, dopo aver stupito positivamente da esterno destro contro il Frosinone. Spalletti ha scoperto un jolly. Alla guida, stasera, ci sarà sempre De Rossi. Il tutto per provare a dare segnali tangibili di una crescita collettiva. Perché la Roma di Spalletti ha sempre subito una rete: Verona, Juventus, Frosinone, mai la porta imbattuta. Sassuolo è un esame impegnativo, superarlo sarebbe la certificazione di quanto detto da Spalletti anche ieri: «È importante lavorare in un certo modo durante la settimana per fornire una prestazione».
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