Fa effetto, a ripensarci adesso. Già, perché l’estate scorsa, appena qualche mese fa, su una cosa il mondo del calcio sembrava trovarsi d’accordo: le due squadre romane, con Mourinho e Sarri, avrebbero fatto un formidabile passo avanti, scrive Alessandro Vocalelli su La Gazzetta dello Sport. In termini di autostima, stabilità, in una parola nelle proprie certezze. Dieci mesi dopo, ed è singolare, Roma e Lazio viaggiano entrambe nella loro instabilità. Così la Roma, al netto delle recriminazioni arbitrali, ha 39 punti in classifica. Poco, per chi si era imposto un obiettivo: essere competitivo per un posto in Champions. Un obiettivo al momento lontano a dispetto - appunto - dei due “acquisti”, Mourinho e Sarri. Due tecnici costretti finora a una staffetta di umori e di speranze: una volta lampi di Mourinho, un’altra volta di Sarri. È anche per questo che le due romane vanno incontro alla Coppa Italia in un clima di estrema curiosità più ancora che di fiducia o sfiducia.
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Una Coppa che serve per cancellare le speranze deluse
Le due romane vanno incontro alla Coppa Italia in un clima di estrema curiosità più ancora che di fiducia o sfiducia
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