Alla fine della sosta, quando la Roma scenderà in campo all’Olimpico contro il Sassuolo, tutti si aspettano che Jordan Veretout faccia fare progressi alla squadra, scrive Massimo Cecchini su La Gazzetta dello Sport, sotto due punti di vista: la gestione della palla (da svolgere con efficacia e senza rischi) e la copertura di una retroguardia molto esposta anche per via degli esterni difensivi parecchio alti (perciò garantire un filtro ottimale sugli avversari e un migliore posizionamento quando i rivali rubano palla o superano il primo pressing). Come si vede, tutte caratteristiche importanti per un regista sia pur atipico. "
rassegna stampa
Una carta in più. La carica di Veretout: il guerriero francese cambierà la Roma
Tecnica, geometrie, grinta, palle inattive. E la difesa sarà protetta: "Sono pronto"
Veretout potrebbe fungere da vertice basso anche qualora si cambiasse il sistema di gioco, optando per il 4-3-1-2. Per questo l’allenatore portoghese lo ha fortemente voluto, convincendolo anche attraverso una bella telefonata.
Ma Veretout è anche molto altro. Ad esempio un eccellente esecutore di calci piazzati (punizioni e rigori compresi) ed un guerriero. Sul primo fronte, se la dovrà vedere con la concorrenza di Kolarov. "Se c’è bisogno posso dare una mano, ma non è la priorità, non è il mio obiettivo", ha detto Jordan. Sul secondo, invece, è stato lui stesso a descriversi. "Al primo allenamento avevo subito un tunnel che mi aveva fatto Dzeko. Mi sono girato per guardarlo male, poi ho visto quanto è grosso e ho detto: “Va bene così”. In allenamento ci può stare, in partita no. Lì mi arrabbio". Veretout può essere davvero la carta vincente della nuova Roma che sta nascendo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA