Oggi Daniele De Rossi diventa "maggiorenne": ora sono ben 18 gli anni con la maglia giallorossa. E per la prima volta dopo tanti anni, il capitano della Roma sarà alle prese con un vero concorrente nel ruolo di regista: Nzonzi, campione del mondo come lui, ha chiarito come possano giocare insieme, Di Francesco non ha chiuso a questa possibilità, ma nel caso se ne parlerà dalla settimana prossima, scrive Chiara Zucchelli su "La Gazzetta dello Sport".
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Un De Rossi infinito: 18 anni in giallorosso. Ma occhio a Nzonzi
Il capitano della Roma oggi diventa... maggiorenne. Con una novità: col francese ora ha un vero concorrente
Per De Rossi il Torino non è una squadra come le altre, visto che 15 anni fa ai granata segnava il primo gol in A, e l'ultimo, lo scorso marzo, arrivava dopo la morte del suo amico Astori. Niente spazio per ricordi e malinconie, neppure ora che sono trascorsi 7 anni e un giorno dall'inizio ufficiale dell'era americana. Il 18 agosto 2011 debuttava nel preliminare di Europa League la Roma di Luis Enrique e Di Benedetto contro lo Slovan Bratislava, e De Rossi era al centro di quel progetto, visto il rapporto splendido instaurato col tecnico spagnolo. Iniziava quell'anno in scadenza di contratto, poi rinnovato a febbraio. Sostanzialmente è la stessa situazione di oggi visto che, sulla carta, questa è l'ultima stagione della sua carriera, almeno in giallorosso.
Qualche giorno fa De Rossi ha chiarito come non ci sia fretta di pensare al futuro, panchina, scrivania, campo a Roma (o altrove) che sia. Ora per Daniele conta soltanto il presente. Fisicamente sta bene, è in pieno peso forma, si allena con continuità pur dovendo fare molto lavoro propedeutico per evitare problemi a quel polpaccio che tanto lo ha tormentato negli ultimi anni. È pronto a giocarsi le sue carte, pur sapendo che un investimento di quasi 30 milioni per un giocatore che ha 5 anni meno di lui non può essere sottovalutato. E pur sapendo che ora la carta di identità può avere un suo peso: la scorsa stagione ha disputato 22 partite in A, erano 15 anni che non ne giocava così poche. In Champions, con 10 gare su 12, è stato uno dei valori aggiunti per arrivare in semifinale.
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