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rassegna stampa

Un boato nelle case di Roma, e tutta l’Italia a Manchester

LaPresse

In Europa ce n'è rimasta una sola di squadra italiana: la Roma di Fonseca

Redazione

Passa una Roma mai così United nella volontà di arrivare in semifinale di Europa League con le unghie e con i denti, scrive Andrea Di Caro su La Gazzetta dello Sport.

Al termine di una partita forse ancora più difficile di quella dell'andata. Come ad Amsterdam sono stati necessari grinta, concentrazione, dedizione, sacrificio e un'altra dose di fortuna negli episodi decisivi. Poco gioco, troppa passività, poche azioni e spettacolo assente: lo diciamo subito e ci togliamo il dente... Però in Europa ce n'è rimasta una sola, la Roma di Fonseca, e allora teniamocela stretta.

Se esaltare la prestazione sarebbe troppo, godiamoci però il risultato che permette alla Roma di raggiungere l’ottava semifinale europea della sua storia, la seconda in pochi anni dopo quella di Champions del 2018. È un risultato di altissimo profilo per il club e importante per il calcio italiano che non vince una Coppa dal 2010 quando l'Inter alzò la Champions

La gioia traspariva dai volti di Dan e del figlio Ryan. Ormai nota la loro riservatezza (non si è mai sentita ancora la loro voce...), non si butteranno in una fontana come fece Pallotta dopo i 3 gol al Barcellona. Questa partita non passerà forse alla storia come quella formidabile e spettacolare impresa, ma certamente aiuta a guardare avanti e non più indietro.

Da oggi si comincia a pensare al Manchester e alla prima sfida del 29 aprile. Sarà bello per tutti avvicinarsi all'evento, studiare gli avversari, pregustare una vendetta sportiva rispetto a quel maledetto 7-1 che ancora brucia. I giocatori di allora daranno preziosi consigli a quelli di oggi.

A questa Coppa è legato anche il futuro di Paulo Fonseca, un generale che sarebbe piaciuto a Napoleone, perché nel momento decisivo la buona sorte non lo ha abbandonato. Vincere la competizione renderebbe la sua posizione inattaccabile.