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Un altro Cassano fa sognare Roma: che magie sotto gli occhi di Mou

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E pensare che in estate il matrimonio con la Roma sembrava finito. Un contratto in scadenza e una stagione con appena tre presenze da titolare

Redazione

Di cognome fa Cassano, è pugliese, gioca e segna con la maglia della Roma. Déjà vu? Una specie, perché le similitudini finiscono qui. Claudio (non Antonio), è di Barletta e sulla fascia corre veloce quasi come Mennea. Indossa la 11 e non la 18 che fu del suo omonimo. Al debutto in prima squadra a scherzarci bonariamente fu Juan Jesus: "Non sarai mica come quel Cassano, vero?", è giù risate prima dell’allenamento. Scrive La Gazzetta dello Sport. In panchina c’era ancora Fonseca, che ha poi lasciato il posto a un altro portoghese. Non uno qualunque, ma lo Special One - Mourinho - che domenica mattina si è seduto a bordo campo per vedere il più vicino possibile i tre gol con cui la Primavera giallorossa ha steso l’Inter del suo ex difensore Chivu. Il secondo, bellissimo, lo ha segnato proprio Claudio, che spunta sulla sinistra, controlla al volo una palla vagante, si accentra con un palleggio delicato e, senza mai farla cadere, la scaraventa in porta col destro. Quinto gol (con tre assist) in sette partite di campionato. Hai capito il ragazzo.

E pensare che in estate il matrimonio con la Roma sembrava finito. Un contratto in scadenza e una stagione – la scorsa – con appena tre presenze da titolare. Un po’ per un’operazione alla mano che lo ha tenuto fuori per tre mesi e un po’ per via della concorrenza che gli ha concesso spazio soprattutto a fine partita, come nella finale scudetto persa contro l’Inter: Cassano entra nei supplementari e scatena il panico fra i nerazzurri, sfiorando in due occasioni la rete che avrebbe rimandato tutto ai rigori. Tanta amarezza dunque, a cui si aggiungono offerte da B e C. Proprio quando sembrava tutto finito, ecco l’intervento del responsabile del direttore giovanile, Vincenzo Vergine, che parla con l’agente del ragazzo, Frank Zotti: "Fidati di me, non farlo muovere da qui. Può diventare un grande giocatore". Concetto ribadito anche da Federico Guidi, che nel frattempo ha ereditato la squadra Primavera da De Rossi avviando una nuova era. Il club si è affidato a lui, che con la Fiorentina fra i tanti ha lanciato i vari Chiesa e Sottil. Esterni rapidi e tecnici, proprio come Claudio. Che alla fine a Roma è rimasto, allenandosi quattro volte con i grandi di Mourinho.

Ha indole da trequartista, ma può ricoprire tutti i ruoli dell’attacco. Gioca sulle fasce, sia a sinistra che a destra, ma sa fare anche il falso nove. Fra i modelli il Papu Gomez, Insigne e Mertens, Messi l’idolo che lo ha fatto innamorare del calcio. Un bravo ragazzo anche fuori dal campo, appassionato di storia a scuola e di play nel tempo libero. Gli piace passeggiare per Roma lungo le strade che portano al Colosseo o in Piazza di Spagna. Quando torna a Barletta, continua ad allenarsi come se niente fosse. Lo fa da sempre, perché sa che il lavoro di una vita può essere rovinato da una cattiva stella. Glielo ha insegnato il padre, uomo di campagna. Glielo ribadisce sempre anche Frank, il suo agente, che negli anni ha messo in piedi un vero e proprio team per lui. Un nutrizionista, un fisioterapista e un preparatore atletico che gli organizzano delle sedute anche in vacanza sulle spiagge pugliesi. Deve lavorare sempre per sopperire a un altezza (appena 165 centimetri) che necessita di muscoli forti per non cadere vittima degli avversari. Proprio per la bassa statura si è visto chiudere diverse porte in faccia, come dalla Juve dopo tre giorni di provino. O dal Chievo, quando ormai sembrava tutto fatto. Poi Lazio, Spal, Entella…

Nel novembre 2020 ecco la firma sul primo contratto da professionista. Claudio, non ancora maggiorenne, non può firmare. Al suo posto i genitori, saliti sul primo treno partito da Barletta. Ora sperano nel rinnovo: nel caso metterà nero su bianco direttamente il figlio, oggi 19enne. Sarebbe una bella spinta per inseguire i suoi due sogni, cioè il Mondiale U20 in Indonesia e - ovviamente - l’esordio all’Olimpico.