rassegna stampa

Ultrà del Feyenoord Mezzogiorno di fuoco in Piazza di Spagna

Devastano tutto ciò che gli capita a tiro, bruciano la terra che calpestano, mettono a ferro e fuoco il centro storico di Roma,

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Migliaia di olandesi, almeno cinquemila. Molti, quattro o cinquecento, novelli Attila: bevono (nonostante il divieto di vendita degli alcoolici), si ubriacano, si picchiano, sfidano la polizia. Fin da mercoledì sera, prima a Campo de’ Fiori, poi lungo via del Corso. Dal mattino successivo proseguono l’opera. Devastano tutto ciò che gli capita a tiro, bruciano la terra che calpestano, mettono a ferro e fuoco il centro storico di Roma, scambiano piazza di Spagna, una delle cartoline più belle della città, per un luogo di bivacco e saccheggio: vetrine infrante, macchine danneggiate, vetri e rifiuti sparsi dappertutto, angoli usati come orinatoi, monumenti sfregiati. Nell’immagine che fa il giro del mondo la Barcaccia del Bernini, appena restaurata, scambiata per una vasca da bagno e un secchio dell’immondizia e, perfino, scheggiata nel bordo del candelabro centrale. Lo sdegno è universale, l’Uefa fa sapere di essere «allibita», anche perché «avevamo avvertito più volte le autorità italiane», perfino l’ambasciata olandese è costretta a scusarsi e ad esprimere solidarietà alla polizia italiana. Il bilancio, del resto, parla da sé: 33 tifosi del Feyenoord fermati, 28 arrestati, 19 già condannati per direttissima per lesioni, rissa, resistenza, porto di oggetti atti ad offendere, con pene comprese tra otto mesi e un anno e quattro mesi, tramutate per un paio di ultrà in multe da 40mila euro. E ancora 5 tifosi contusi, 13 agenti feriti, danni ingenti ancora da quantificare, anche ai 15 autobus che hanno portato gli olandesi allo stadio, dove sono stati fatti entrare pure i tanti senza biglietto, ma fortunatamente non è successo nulla di eclatante. Comunque troppo per una partita di calcio, un Paese civile e una città già afflitta dalle proprie ataviche criticità. Che siano olandesi, inglesi, greci, polacchi o romani, il problema qui è sempre lo stesso: la gestione dell’ordine pubblico in occasione di eventi calcistici appena più allarmanti della norma. E, puntuale, lo scaricabarile tra autorità ed istituzioni che scatta nelle ore successive.

ACCUSA Non a caso, quando Roma-Feyenoord deve ancora cominciare ma ad ora di pranzo gli hooligan hanno già completato l’opera, schiantando il dispositivo di sicurezza approntato da Questura e Prefettura, nonostante l’impiego di 1.300 agenti e 750 steward, il sindaco Ignazio Marino comincia a tuonare, contro tutto e tutti. Gli olandesi: «Incivili, non finisce qui, chi rompe paga». Il Questore di Roma Nicolò D’Angelo e il Prefetto Giuseppe Pecoraro: «La gestione della sicurezza ha avuto falle grandi e intollerabili — accusa Marino —: dopo gli scontri della notte, stamani (ieri, ndr ) Questore e Prefetto ci hanno assicurato che era tutto sotto controllo, abbiamo visto cosa è successo». «Ho chiesto spiegazioni a chi ha la responsabilità dell’ordine pubblico — ancora il sindaco —, che ha consentito che monumenti preziosi e restaurati come la Barcaccia diventassero bersaglio di gesti violenti, mentre gli agenti erano fermi. Perché la fontana non era protetta?».

DIFESA L’interrogativo resta senza risposta. Come gli altri che mettono a nudo le falle della sicurezza: perché l’attività di intelligence non ha funzionato? Perché il grosso della sicurezza era concentrato allo stadio? Perché, ancora una volta, il centro storico di Roma è diventato terra di conquista, nonostante le avvisaglie della sera prima? E, infine, cosa è successo nell’ultimo meeting Uefa per la sicurezza, ieri mattina, dove, dicono, «sono volati gli stracci, tutti contri tutti»? Oggi Marino incontrerà al Viminale il ministro degli Interni Alfano, appena rientrato dagli Stati Uniti, dopo il contatto telefonico di ieri. A partita finita, la nota della Questura di Roma ha provato a dargli una spiegazione: «La preparazione della partita è iniziata a gennaio. In due mesi, sono pervenuti 15 rapporti dall’Ufficio della polizia olandese. Ci avevano detto che solo in poche centinaia sarebbero stati pericolosi. La Questura di Roma aveva predisposto un piano di accoglienza per gli olandesi in piazzale delle Canestre (a Villa Borghese, ndr ). C’era un dettagliato piano di prevenzione nelle piazze più significative, ma l’atteggiamento dei tifosi olandesi si è rivelato ostile ed irrispettoso. In piazza di Spagna l’intervento delle forze dell’ordine, immediato e necessario, ha dovuto tener conto sia del contesto urbano sia della presenza di cittadini e turisti. E l’azione delle forze di polizia ha impedito che i violenti potessero invadere le strade del centro della Capitale in corteo, così come volevano fare».

E IL FEYENOORD? Le polemiche istituzionali mettono in secondo piano il grottesco comunicato che il Feyenoord emette a scorrerie appena iniziate, in cui festeggia i propri tifosi e accusa la Roma e le autorità italiane di aver cambiato le carte in tavola, su vendita dei biglietti (pochi, secondo loro) e piano di accoglienza (irrituale). Su entrambi i fronti le smentite sono secche e dettagliate. E a tarda sera nemmeno una parola di scuse era ancora arrivata dal club di Rotterdam, mentre le piazze centrali di Roma erano tutte presidiate. Dopo.