Quante vite che ha vissuto Maradona, pure in questi ultimi quattro anni, e quante altre ne attraverserà, scrutando i Quartieri e quei milioni di sguardi posati in uno slargo elevato a Santuario, sotto a un murale che non sgualcisce mai. Quanti ne sono passati per quella strada che sa esclusivamente di lui, sono andati in processione, alcuni in incognito o anche camuffati, non per nascondersi ma per lasciare che fosse lui, esclusivamente ed eternamente Lui, a dominare l’aria: José Mourinho, prima di un Napoli-Roma, volle posare un fascio di rose; Adriano Galliani preferì una preghiera, un segno della croce, un saluto; e Antonio Conte, sfidando le tenebre, arrivò in via Emanuele de Deo con la famiglia. Quattro anni o 1459 giorni, ripensando all’ora esatta in cui il silenzio calò sulla terra. Erano le sedici, forse un po’ dopo, il 25 novembre.
La Gazzetta dello Sport
Tutti per Diego: quattro anni dopo Napoli si mobilita per ricordare Maradona
Diego - racconta Antonio Giordano su 'La Gazzetta dello Sport' - è stata felicità,"ribellione" e un’allegria collettiva che - pur nella memoria - il Maraduno di Edenlandia vorrà far rivivere domani mattina dalle 12: e servirà per starsene un po’ assieme a lui, affinché si possa assaporare un pizzico di quella storia che Salvatore Esposito, o 'Gennaro Savastano', racchiude in due simboli. "Ogni calciatore, di qualsiasi epoca, se dovesse dare una numero 10 ed una fascia di capitano le darebbe ad occhi chiusi a lui". E gliela diede, quella fascia, Giuseppe Bruscolotti, togliendosela dal proprio braccio per lasciargliela indossare con fierezza: e ora, non è il calcio che manca agli eroi di quel tempo, ma l’amico che andava a casa di Salvatore Bagni o il 'socio' di Bruno Giordano, "l’italiano più forte" con il quale aveva giocato. Lunedì, al quarto anno, Napoli si raccoglierà ai piedi della Curva B di quel Tempio da lui abbagliato e per lui illuminato: "Porta una torcia e accendila per Diego. Nato scugnizzo, mai morirà". Quattro anni dopo, sarà ancora Napoli-Roma: quella volta, era il 29 novembre, Diego s’era appena congedato tra le lacrime che ancora rigano Napoli.
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