Proprio vero, la felicità è solo questione di attimi. E non basta neppure chiamarsi Felix per cercare di frenare il destino. Come riporta Massimo Cecchini su La Gazzetta dello Sport, il giorno dopo che il mondo del calcio ha celebrato la scoperta di Felix Afena-Gyan, 18 anni, capace di segnare al Genoa una doppietta utile a far lievitare la Roma ai margini della zona Champions, è bastata una frase infelice “fuoricampo” in un video per far scoppiare un caso razzismo.
La Gazzetta dello Sport
Tutti pazzi per Felix. Il “nuovo Eto’o” che sa dribblare anche il razzismo
Mou gli regala le scarpe, gaffe di un dirigente della Roma: "Ci sono le banane". Il baby lo assolve: "Scherzava"
Dopo che Felix aveva parlato della promessa di Mourinho di regalargli delle scarpe Balenciaga da 800 euro se avesse fatto gol, ieri c’è stata la cerimonia di consegna, immortalata via video. Lo Special One, sorridente, consegna all’emozionato ragazzo la scatola, ma mentre il ghanese scarta il pacco si sente una voce, che pare quella di uno storico dirigente giallorosso, che dice: "Ci sono le banane dentro". La frittata era fatta, i social hanno stigmatizzato e la dirigenza ha provato a correre ai ripari, depurando il video dalla frase infelice. Troppo tardi. Da quello che ci risulta, l’episodio non è frutto di razzismo ma solo di goliardia riuscita male.
Così, proprio come a Marassi, è toccato a Felix “salvare” la Roma, con una lunga precisazione. "Non sono offeso dall’audio, che non è a sfondo razzista. Dal primo giorno che sono arrivato alla Roma sono stato accolto da tutti come in una famiglia. E i ragazzi hanno scherzato con me. Il motivo? Mangio tante banane e su questa cosa ci scherziamo a volte. Alla Roma mi sento a casa da quando sono arrivato. Penso che la gente si sia fatta un’idea sbagliata su ciò che ha sentito". E allora è bello poter parlare della storia del ragazzo, il cui primo pensiero dopo la partita col Genoa è stato, via social, per sua madre, rimasta in Ghana, a cui lei ha risposto così: "Ti amo, figlio mio. Sei il mio eroe, sono veramente orgogliosa di te". Ieri della sua storia si è interessata anche la BBC. Chi lo conosce, lo paragona a Eto’o. Il resto è storia, con gli elogi di Pruzzo ("impressionante, è da 2 gol a partita") e Vieri ( "è un attaccante vero"), seguiti a quelli dello Special One, uno che – da Drogba a Eto’o – con le punte africane ha trovato spesso feeling: "È umile, una qualità che non è facile trovare adesso nei ragazzi della sua età".
Il suo rapporto con la Roma è cominciato nell’estate del 2020, quando furono spediti a Trigoria dei video di Felix che colpirono De Sanctis e Lo Schiavo. La “policy”, però, non prevede acquisti “al buio”, così a ottobre il ragazzo sostenne un provino a Trigoria. Tutto a posto? Sì, ma il ragazzo era minorenne, la Roma era in fase di transizione societaria e lui piaceva a tanti. Si è dovuto aspettare l’insediamento di Pinto per avere l’ok per via degli slot liberi da extracomunitario. La spesa è stata di 250 mila euro e il contratto (fino al 2025) racconta di appena 40 mila euro netti a stagione. Un affarone. Quanto basta perché presto, dopo qualche “mea culpa” e nuovi gol, “il giorno delle scarpe e delle banane” finisca per essere ricordato solo come un aneddoto che non suscita altro che un sorriso felice. Anzi, Felix.
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