La Roma stecca all’Olimpico contro un Cska Sofia nella centrifuga (5° in un non irresistibile campionato, sconfitto in casa all’esordio in Europa dal Cluj e allenatore esonerato), al termine di una partita non certo esaltante, che certifica, scrive Massimo Cecchini su La Gazzetta dello Sport, una malinconica verità: i rincalzi giallorossi, al momento, non hanno il rendimento dei titolari.
rassegna stampa
Troppo turnover, la Roma sbatte sul muro del CSKA
Fonseca dà spazio alle seconde linee e i giallorossi non riescono a sfondare
Così l’idea iniziale di Fonseca - risparmiare i big in avvio e farli entrare solo al bisogno - a differenza di Berna stavolta non porta frutti perché i titolari stavolta non hanno il tempo per spostare l’inerzia. Il possesso palla è sì dei padroni di casa, che hanno maggior possesso, tirano parecchio, collezionano angoli e colpiscono anche una traversa con Mkhitaryan, ma di occasioni vere ne collezionano un numero in linea con i bulgari. Insomma, il primo posto del girone, in tandem col Cluj, stavolta ha un sapore amaro, anche per la sorprendete sterilità offensiva di una squadra che finora aveva segnato circa due gol a partita di media.
I rischi giallorossi sono prevedibili, soprattutto dopo l’ingresso dei grossi calibri nella ripresa. E se Pedro combina poco, Pellegrini fa volare Busatto nel finale, mentre Dzeko, dopo aver scaricato due volte sul portiere, al 42’ sciupa forse la chance migliore, non deviando nella porta vuota un cross a mezza altezza di Pedro. A fine partita Fonseca - che invoca sempre un d.s. - non cerca alibi e dice: "Sono deluso dal risultato. E’ normale che i rincalzi non abbiano il ritmo dei titolari, ma io mi assumo lo stesso il rischio del turnover, perché abbiamo una squadra più forte dello scorso anno". Parole che non andranno dimenticate.
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