rassegna stampa

Triste derby, mai così vuoto

Cos’è più triste, uno stadio senza pubblico o senza regole? In un mondo normale, non avremmo dubbi. A Roma, che di normale ha poco, dipende dai punti di vista

Redazione

Cos’è più triste, uno stadio senza pubblico o senza regole? In un mondo normale, non avremmo dubbi. A Roma, che di normale ha poco, dipende dai punti di vista.

Senza tifosi, è un «derby inesistente», così è stato definito. Ma per le autorità, che dopo anni di tolleranza, figlia di politiche volte soltanto a «ridurre il danno», hanno voltato pagina, chiudendo i rubinetti del dialogo e imponendo alle curve dell’Olimpico una cosa semplicissima, cioè il rispetto di normali regole di sicurezza, è già un successo che ci si avvicini a questo derby senza dover prevedere duelli all’ultimo sangue e puncicate nei glutei, agguati e regolamenti di conti, danni e feriti, quartieri militarizzati e saracinesche abbassate, petardi, bombe carta, fumogeni e striscioni volgari e/o intimidatori. Perché fino alla scorsa stagione, inutile far finta di aver perso la memoria, regolarmente nei dintorni dell’Olimpico accadeva tutto questo.

Perciò, come riportato da Catapano su "La Gazzetta dello Sport", pazienza se al derby ci andranno in pochi, quasi certamente meno dei 29.500 registrati all’andata. E pazienza se tutti gli altri non hanno apprezzato le recenti aperture delle autorità, sancite dal protocollo d’intesa firmato con i due club, e ribadite anche ieri dal Prefetto Gabrielli: «Se le regole saranno rispettate, le barriere spariranno».

A questa logica, però, dovrebbero sfuggire i cosiddetti «tifosi normali» (senza che gli altri si offendano), cioè quella maggioranza silenziosa che le autorità, una volta allontanata la minoranza rumorosa e violenta, speravano di riportare allo stadio. I padri di famiglia, i bambini, le donne: avrebbero avuto finalmente campo libero, e invece molti sono rimasti a casa, pochissimi sono tornati a frequentare lo stadio.

(A. Catapano)