Quel video che ha provocato tanto dolore alla famiglia di Ciro Esposito, potrebbe risultare decisivo ai fini investigativi e far emergere le responsabilità di chi ha gestito l’ordine pubblico nella finale di Coppa Italia del 3 maggio a Roma.
rassegna stampa
«Tracce sul cappellino di Ciro. Sono dell’ultrà romanista De Santis»
Il 24 settembre verrà depositata la perizia dei Ris dalla quale dunque emergerebbero ulteriori indizi di colpevolezza per De Santis e gli altri 4 indagati. Potrebbe esserci stato pure un sesto uomo a fare da «palo» che avrebbe dato il via...
È l’unica consolazione per Antonella Leardi, mamma di Ciro, e suo marito Giovanni. «Vogliamo giustizia – ripete lei – e che chi ha sbagliato paghi. Mio figlio è stato lasciato a terra dal poliziotto che esce dall’auto mentre un altro poliziotto vi resta dentro e neanche chiama i soccorsi. Una vergogna».
Il video è stato girato da uno dei presenti sul pullman del Club Napoli Milano. Bus oggetto di un lancio di petardi e fumogeni di Daniele De Santis (indagato per omicidio) e altri soggetti. «Poteva essere una strage» dice il presidente del Club, Lino Palma. Ma sono altre le novità che aggravano la posizione del presunto assassino De Santis.
RESPONSABILITA' Secondo la criminologa della famiglia Esposito, la dottoressa Angela Tibullo, dal filmato emergono conferme e novità: «Innanzitutto, bisogna capire il comportamento delle Forze dell’ordine e le loro responsabilità (la presenza dell’auto della Polizia non risulta agli atti, ndr ). Dalle voci dei tifosi sul pullman viene chiaramente riconosciuto De Santis, definito il “chiattone che ha sparato” per via della sua stazza. E su questo aspetto ci risulta emergano altri particolari. Oltre alle tracce del De Santis sulla pistola ritrovata nei pressi del Ciak Village, ce ne sono altre organiche sul cappellino di Ciro». Il 24 settembre verrà depositata la perizia dei Ris dalla quale dunque emergerebbero ulteriori indizi di colpevolezza per De Santis e gli altri 4 indagati. Potrebbe esserci stato pure un sesto uomo a fare da «palo» che avrebbe dato il via all’agguato.
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