Anche ieri, con Totti in campo per la doppia seduta, la gente è tornata ad entusiasmarsi. «Daje capità», «Sei un extraterrestre» e «Provaci ancora», alcuni slogan. E lui ci proverà, perché sa che può ancora dare molto. Un po’ come la gente ieri sera ha provato a fargli sentire tutto l’amore che prova per lui nell’ultimo appuntamento serale del ritiro di Pinzolo e di fronte a più di mille persone, scrive Andrea Pugliese su "La Gazzetta dello Sport". «È sempre speciale vivere questi momenti, è l’amore che ricevo da 25 anni – dice lui – il mio viaggio di nozze con la Roma? Lo farei a Trigoria, è sempre stata casa mia, ci sono cresciuto e ci morirò. Sono stati 25 anni di cose belle e brutte. Ho cercato di portare i colori della Roma il più in alto possibile: a volte ci sono riuscito, altre no. Ma sono felice così».
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Totti vuol chiudere in gloria: «Se vinco il titolo smetto»
Il capitano della Roma a ruota libera sul palco di Pinzolo con mille persone in festa: «La panchina non mi piace e se continuo qualcuno storce la bocca»
A chi gli chiedeva quando sarebbe tornato in mezzo alla gente, da tifoso, ha risposto: «Tra un paio d’anni. Ma se vinco lo scudetto quest’anno, smetto. Anche perché la panchina non mi piace e se continuo qualcuno storce la bocca. Ma dobbiamo essere onesti, vincere lo scudetto è difficile, la Juve è più forte. Dovessi scegliere tra 10 anni in meno e lo scudetto scelgo gli anni in meno, così lo scudetto lo rivinco sicuro...».
Poi Totti ha regalato altre pillole. Prima il tormentone giallorosso su Gyomber (chiamato in diretta dalla piazza, sulle note di Ymca dei Village People), gli scherzi a Mexes («A Brunico con un rospo in camera quasi si buttava dal terzo piano») e quel «Piccolo grande amore» di Baglioni dedicata a Ilary. «Mio padre è malato, con il camper mi segue anche in Europa. Christian mi somiglia, Chanel è la mia fotocopia, non serve la prova del Dna. Isabel? Bellissima: 3/4 di Ilary e i miei occhi».
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