rassegna stampa

Totti vede rossonero. Vent’anni di gol, magie e corteggiamenti

Fin da quando Francesco era un ragazzino e il Milan gli aveva messo gli occhi addosso. "Siamo stati spesso vicini a portarlo in rossonero, fin da quando era giovanissimo" ripete spesso Galliani.

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Mercoledì gli ha fatto recapitare una maglia autografata, un modo come un altro per ringraziarlo delle tante carezze che gli ha offerto in carriera. E magari anche per farsi perdonare di qualche no, quelli che in tanti anni Berlusconi si è sentito recapitare da Francesco Totti. Poi, stasera, ognuno andrà per la sua strada e Totti penserà solo a farsi gli auguri di Natale con una vittoria fondamentale per la Roma. Se poi dovesse arrivare anche un gol, l’undicesimo al Milan, sarebbe tutto perfetto, anche quella maglia autografata nel suo ristorante di fiducia, a due passi da Trigoria.

CORTE INFINITAQuella tra Totti e il Milan è una storia infinita, fatta di gol, polemiche, corteggiamenti. Fin da quando Francesco era un ragazzino e il Milan gli aveva messo gli occhi addosso. «Siamo stati spesso vicini a portarlo in rossonero, fin da quando era giovanissimo — ha detto Galliani (16 anni dopo una finale Allievi Roma-Milan) —, ma capimmo che sarebbe stato dura fargli lasciare Roma». Già, anche se poi il Milan ci ha provato e riprovato. E qualche volta Francesco ha tentennato, anche quando – nei primi anni di matrimonio – Ilary era più a Milano che a Roma. Poi ha prevalso il cuore. In questi 20 anni di sfide e rincorse, Francesco si è tolto anche qualche soddisfazione. A cominciare dai gol, 10, di cui 3 all’Olimpico: il pallonetto con cui beffò Rossi nel 1996, il gol con lo scudetto sul petto nel 2001 e la punizione da 30 metri con cui sbloccò la finale di Coppa Italia del 2003. In mezzo anche qualche delusione: il primo rigore fallito in A (nel 1998 Rossi si prese la rivincita) e due espulsioni, nel 2005 e 2013. L’ultima, per un gomitata a Mexes, amico di tante serate romane.

SFIDA TRA AMICI Già, perché ad occuparsi di Totti stasera dovrebbe essere Mexes, in collaborazione con Zapata. Philippe e Francesco avevano un rapporto fatto di amicizia. «Cosa mi piace di Totti? Gioca da Dio. È un idolo, adoro il fatto che ti dà fiducia e gioia, mi rallegra le giornate», disse Mexes in giallorosso, che si diceva fortunato di dover affrontare Francesco solo in allenamento. Poi, dal 2011 le cose sono cambiate, i due si sono trovati spesso da avversari, fino alla gomitata del maggio 2013. «Gli ho dato 2-3 calci, so cosa non gli piace. Poi a fine gara ci siamo scusati», disse Mexes. Stasera chissà come andrà a finire. Del resto, un’altra pagina del romanzo del «Totti rossonero» è lì, pronta a restare per sempre.