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Totti, un amore che non tramonta. Ecco perché è campione anche al cinema

LaPresse

La gente si è affollata nelle sale, nonostante questo non sia certo il momento più propizio per il cinema

Redazione

Due giorni fa Francesco Totti ha radunato gli amici più cari in un cinema di Piazza della Repubblica, al centro di Roma, per una proiezione privata del docufilm che, forse un po’ a sorpresa, sta diventando anche un fenomeno d’incassi. Che gli amici abbiano apprezzato non ci meraviglia, ma che nei primi tre giorni di proiezione l’opera di Alex Infascelli, "Mi chiamo Francesco Totti", fosse vista da oltre 55 mila spettatori in tre giorni, incassando quasi 600 mila euro è stato un colpo di scena degno di un "cucchiaio" del capitano. Risultato: il docufilm è disponibile per restare in programmazione per un periodo più lungo, prima di approdare a novembre su Sky.

Presentato in anteprima al Festival di Roma, come scrive Massimo Cecchini su "La Gazzetta dello Sport", il docufilm ha riscosso un grande successo di critica già alla "prima" a cui Totti non ha potuto partecipare per via del lutto che lo aveva colpito un paio di giorni prima: la morte di suo padre Enzo. Oltre ai giudizi degli addetti ai lavori, però, naturalmente agli autori ciò che stava a cuore era la risposta della gente, che si è affollata nelle sale, nonostante questo non sia certo il momento più propizio per il cinema. "È stato un risultato eccezionale per quello che riguarda le presenze in sala - ha commentato Infascelli - ed è la prova dell’amore tra la gente e Francesco Totti. Io sono felice di esserne stato il messaggero".

Nonostante il ritiro e la scelta di un ruolo più defilato nel mondo del calcio, grazie alla nuova attività di procuratore, la popolarità dell’ex capitano della Roma non conosce tramonto. Il suo, insomma, è un «brand» destinato a non esaurirsi con la fine dell’eco delle sue imprese nel calcio. D’altronde, sembra impossibile non aver voglia di riviverne alcuni dei momenti salienti. Così, nell’autunno prossimo, andrà in onda su Sky la serie tv in 6 puntate dal titolo: "Speravo de mori’ prima", diretta da Luca Ribuoli, che racconterà gli ultimi due tormentati anni di carriera del campione. Ad impersonare il campione toccherà a Pietro Castellitto.