Da quel 18 dicembre 2005 sono passati più di 9 anni,anche se per arrivare a dieci ce ne vuole ancora un po’. Esattamente come lo spazio ideale che galleggia in campo tra il 9 (centravanti) ed il 10 (fantasista), quel limbo di eterno in cui si è sempre mosso Francesco Totti. Un po’ trequartista, un po’ falso «nueve», un po’ centravanti. Proprio come ha giocato (e deciso) il derby con la Lazio e come giocherà sabato prossimo, a Palermo. E proprio come lo inventò Luciano Spalletti quel 18 dicembre di 9 anni fa, quando a Genova (contro la Samp) per necessità si affidò a Totti come punta centrale. «Avvicinare Francesco all’area di rigore è un po’ come mettere la volpe vicina al pollaio, trova sempre il modo di creare terrore», disse Spalletti. E Garcia ora che farà?
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Totti ritorna centravanti «Il segreto? Mi diverto»
Un po’ trequartista, un po’ falso «nueve», un po’ centravanti. Proprio come ha giocato (e deciso) il derby con la Lazio e come giocherà sabato prossimo, a Palermo.
GENIO E GOL Il 4-2-3-1 con cui la Roma ha raddrizzato il derby non è una novità, Garcia lo utilizza come carta di riserva dall’inizio della sua avventura italiana. Nell’oceano giallorosso, però, una piccola novità è aver riavvicinato così Totti alla porta, come fatto nella ripresa del derby. Un progetto su cui il francese stava lavorando da un po’, da quando si è reso conto che la Roma era poco cinica e concreta e arrivava a segnare (e tirare) poco e male. «Francesco è fantastico e l’ha dimostrato di nuovo con la Lazio — ha detto ieri il tecnico francese — Anche a 38 anni sono contento di lavorare ogni giorno con un genio così». E pazienza se a lui il Pallone d’oro non è mai arrivato, «per vincerlo servono i successi, Ronaldo quest’anno ha vinto la Champions. Forse Totti poteva riuscirci nel 2006, quando è diventato campione del mondo». Lo vinse Fabio Cannavaro, Totti aveva da poco cominciato a giocare da punta in quel 4-2-3-1 di Spalletti. Fosse successo prima, chissà...
VERSO PALERMO Ma perché riportare Totti vicino alla porta è importante per la Roma? Ci sono due motivi: senza Gervinho i giallorossi costruiscono poco in fase offensiva e sono molto più prevedibili, nella Roma poi non c’è attaccante bravo a calciare in porta come Francesco (che non segnava su azione in campionato dal 4 maggio 2014, Catania-Roma 4-1). Nonostante reattività e destrezza non siano più quelle di una volta e nonostante soffra ora molto più di prima le marcature strette. Ma quando c’è uno spiraglio, può ancora far male eccome. Ed è anche per questo che a Palermo rigiocherà lì, con buona pace di Mattia Destro, oramai sempre più relegato in disparte. Garcia, infatti, confermerà il 4-2-3-1, dove i mediani dovrebbero essere Strootman e Pjanic (chiamato anche ad un lavoro difensivo) ed i tre trequartisti Iturbe, Ljajic e Florenzi.
VOGLIA SENZA FINE E Totti? Il giorno dopo si è goduto la gloria in famiglia, rilevando la sua vera ricetta. «Io continuo a godere giocando a calcio e voglio vincere ancora molto con questa maglia — ha detto agli americani di Bleacherreport — Al giovane Totti suggerirei di fare tutto quello che ha fatto il Totti anziano, se è in grado di farlo. Lo scudetto? Roma e Juve sono le più attrezzate per vincerlo, ci proveremo. Con Garcia ho un rapporto meraviglioso, il gol al Manchester è stato il più bel momento di questa stagione». L’intervista è stata rilasciata prima del derby, altrimenti non ci sarebbe stata quota, la risposta sarebbe stata molto diversa. E pazienza se anche al Codacons («È una pubblicità a un nuovo smartphone, Totti va squalificato») quel selfie non piace, Totti si accontenta che abbia fatto il giro del mondo.
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