Francesco Totti conosce troppo bene la Roma per non sapere che un giorno, quando tornerà a lavorare per i colori giallorossi, non ci sarà neppure bisogno di una telefonata. Ieri, lo scambio di battute a distanza con Mourinho, è stato quasi un modo per annusare l’avvenire. Come scrive Massimo Cecchini su La Gazzetta dello Sport, durante la presentazione dell’Olimpiade Milano-Cortina l’ex capitano e dirigente giallorosso ha dichiarato: “No, ho il telefono spento. Non ho parlato con nessuno per un mio ruolo nella Roma. Non ci sarà nessun ruolo“. Ha parlato anche di Mourinho: “Quando arriverà dirà quello che pensa. Abbiamo preso l’allenatore più forte del mondo". Da notare la coniugazione del verbo alla prima persona persona plurale: "Abbiamo", come se la Roma fosse ancora casa sua o, semplicemente, come se fosse un normale tifoso.
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Totti-Mou, che feeling: “È il più bravo al mondo”. “Avrei voluto allenarti”
L'ex capitano è elogia lo Special One, la risposta del portoghese: "Peccato non averti potuto allenare"
A quel punto, lo spazio per il sogno e la nostalgia è quasi d'obbligo: "Quando ero giovane, sarebbe stato bello essere allenato da Mourinho", aggiunge, mettendo in prospettiva storica tutte le polemiche che separarono Roma e Inter in quella furiosa e bellissima stagione 2009-2010, quella che per il portoghese coincise col Triplete e per il capitano con una tripla amarezza. Ma l'assist di Totti, a quel punto, è troppo ghiotto perchè un eccellente comunicatore come lo Special One se lo lasci sfuggire, e così - dopo qualche ora - la risposta è una sorta di carezza all'universo giallorosso: "Grazie delle tue parole Francesco, peccato essere arrivato con quattro anni di ritardo. Allenarti sarebbe stato un piacere". Colpisce poi l'hashtag utilizzato: #uncapitano. Non banale, se si pensa che uno come lui ha avuto capitani che hanno scritto la storia in stile Terry, Zanetti, Sergio Ramos o Kane, solo per fare qualche nome.
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