Passato il celebratissimo compleanno, a 40 anni, quando il corpo racconta storie diverse da quelle dei venti – e nonostante tutto il gruppo paia dipendere sempre da lui («con Francesco in campo ci sentiamo più forti», copyright Strootman) – nella Capitale, come scrive Massimo Cecchini su La Gazzetta dello Sport, è più facile di quanto si pensi trovare chi pensi che la rivoluzione americana dovrebbe avere il coraggio di gettare a mare l’ultima zavorra (?) del passato. Le parole di Sabatini ne sono l'ultimo esempio.
rassegna stampa
Totti, la voglia matta: trascinare la Roma anche nei big match. Il Napoli è avvisato
Dal ritorno di Spalletti finora nelle grandi sfide ha giocato 87 minuti. Ma ora c’è la squadra di Sarri, e poi a dicembre Lazio, Milan e Juve
Altro che le banalità di chi canta ogni settimana «C’è solo un capitano» e tiene la contabilità dei gol (segnati e fatti segnare). La fortuna di Totti, insomma, è che negli ultimi 25 anni è riuscito spesso (non sempre) a staccare la spina dalle critiche, anche quelle non infondate. Per questo, dopo che l’attualità gli ha restituito un ruolo centrale nella Roma – pur partendo sempre dalla panchina, ad eccezione che con l’Astra Giurgiu – l’obiettivo è quello di tornare protagonista anche nelle grandi sfide, nelle partite che contano. Quelle in cui finora il numero dieci giallorosso è stata solo una comparsa. Ecco, se valutiamo che di «big match» la squadra di Spalletti finora ne ha giocati 4 (i due col Porto e quelli con Inter e Fiorentina), il risultato è scarno: 0 minuti nei primi tre, 13 contro i viola. Nella scorsa stagione invece, dal ritorno di Spalletti, tra Real Madrid, Napoli, Fiorentina e Milan, ne possiamo aggiungere 74. Totale: 87 (recuperi esclusi). Ma il bello sta per arrivare, visto che sabato la Roma giocherà contro il Napoli e, prima di Natale, i giallorossi saranno attesi dalle sfide contro Lazio, Milan e Juventus.
Certo, immaginare che Totti possa essere titolare in confronti del genere al momento sembra essere velleitario, ma se il ruolo che gli è stato saggiamente cucito addosso da Spalletti , quello di «risolvi-problemi», pare essere perfetto per gestirne il tramonto, di sicuro al capitano piacerebbe avere qualche minuto in più, e non solo quando le partite sembrano nate male (dalla Sampdoria al Torino). Intendiamoci, immaginiamo che trovare l’equilibrio sia complicato, così come pare chiaro come il numero dieci giallorosso non sia solo un rigorista (2 su 2 segnati in questo campionato). Ma se il calcio è anche voglia, come sorprendersi che, col Napoli alle porte, Totti scaldi già i motori?
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