rassegna stampa

Totti e la Roma si divertono e infieriscono sull’Astra

Il capitano mette lo zampino in tre delle quattro reti e delizia i pochi spettatori. Bene il modulo senza centravanti

Redazione

L’Olimpico sarà semideserto, ma la cura ricostituente comincia a sortire qualche effetto. Il medico è sempre il solito: capitan Totti, che mette lo zampino in 3 delle 4 reti giallorosse, colpisce un palo e propone spesso giocate (e non giochini) di alta qualità, tanto da far intonare alla sparuta curva anche un inconsueto coro di «Tanti auguri» per il 40° compleanno appena compiuto. Come da pronostico, comunque, la Roma stavolta si scrolla di dosso i suoi fantasmi e batte gli improponibili romeni dell’Astra – al 148° posto nel ranking Uefa e quart’ultimi nel loro torneo – con un 4-0 santificato dalle reti di Strootman, Fazio, Salah e l’autorete di Fabrizio.

Come riportato nell'edizione odierna de "La Gazzetta dello Sport", tocca a Salah fungere da finto centravanti, alternandosi nella posizione con Iturbe, con Perotti a lavoro sulla fascia sinistra e Totti pronto a innescare tutti. Tocca così a Strootman e Paredes presidiare la mediana, mentre con Juan Jesus terzino Bruno Peres si sente più libero di attaccare. È il 5’ e da quel momento comincia la grandinata giallorossa, propiziata spesso dai grossolani errori tecnici degli ospiti. Così al 15’, su punizione di Totti, Lung esce male, Strootman anticipa Lazic e segna. Con i giallorossi sempre sulla trequarti avversaria, il raddoppio è sempre nell’aria e così – una volta che l’arbitro al 30’ salva il capitano dal “rosso” – è proprio il numero 10 prima a mettere di tacco Salah solo davanti a Lung (che salva) e poi a battere il calcio piazzato che il portiere devia sulla traversa, anche se sulla ribattuta (al netto del fallo di Iturbe) è Fazio a intervenire per primo. È il 46’ e la partita – che si chiuderà col possesso palla giallorosso del 74% – può dirsi già conclusa. La ripresa infatti di calcistico ha assai poco, tanto più che dopo dieci minuti il poker è già servito, perché al 3’ va in scena la beffarda autorete di Fabricio su cross di Perotti e dopo altri sette minuti la conclusione vincente di Salah servito, manco a dirlo, dal solito Totti.

Ciò che resta nella memoria è solo la battaglia di Iturbe con se stesso, alla disperata ricerca di un gol che ridia un senso alla sua parabola calcistica. La gente tutto sommato, fra applausi e sberleffi, lo sostiene, ma neppure quando Totti lo lancia da solo davanti al portiere riesce a segnare.

(M. Cecchini)

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