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Il pasticcio della tuta. “Sembra quella della Lazio” e la Roma reagisce: ritirata

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Sul banco degli imputati è finito Michael Wandell, il responsabile marketing che avrebbe in sostanza dato il via libera alla commercializzazione della tuta senza interpellare i vertici societari
Redazione

C’è stata un’Inter in maglia rossa. Una Juventus in rosa. E un Brescia, nell’anno del centenario, senza la “V” che l’ha reso famoso nel mondo. Ma una tuta della Roma con i colori che ricordano il bianco e il celeste della Lazio, no, quella non si era ancora vista. La giacca d’allenamento junior Adidas (sponsor tecnico del club), messa in commercio nei giorni scorsi, presentava al centro una grande banda simil celeste sotto una più piccola simil bianca. Una scelta cromatica - scrive Alessio D'Urso su 'La Gazzetta dello Sport' - che ha subito scatenato il disappunto dei fan, a tal punto da lanciare una raccolta di firme per togliere dal mercato la felpa della discordia. E così è stato. Perché quando il proprietario Dan Friedkin è venuto a conoscenza della “fantasiosa” scelta di marketing è sobbalzato dalla sedia. E ha deciso di ordinare l’immediato ritiro del capo di abbigliamento dagli store fisici e virtuali, prendendo nel frattempo duri provvedimenti interni.

Sul banco degli imputati è finito Michael Wandell, il responsabile marketing che avrebbe in sostanza dato il via libera alla commercializzazione della tuta senza interpellare i vertici societari. A nulla sono poi valse, evidentemente, le sue spiegazioni. Secondo le quali la scelta dell’abbinamento cromatico originava da un murale “Anti-inquinamento” dipinto su un palazzo del quartiere romano Ostiense, creato dallo street artist Federico Massa, alias Iena Cruz. Un’opera nella quale, ha ribadito Wandell, il colore scelto non è stato il celeste, ma un particolare verde acqua che nel dipinto avvolge un airone “mangia smog”. E dal momento che i Friedkin si sono sempre dichiarati custodi della tradizione e della storia della Roma, ecco che è scattato il ritiro della tuta e anche il provvedimento disciplinare, con la sospensione di Wandell dalle sue funzioni e un’eventuale richiesta di danno d’immagine.