A Roma nel calcio vige solo un sistema di governo: la monarchia. Nessuna meraviglia perciò che, dopo Francesco Totti, adesso lo scettro sia in mano a una sola persona: José Mourinho da Setubal, scrive Massimo Cecchini su La Gazzetta dello Sport. Condottiero sempre e gladiatore quando serve, l’allenatore portoghese è diventato l’idolo della tifoseria molto di più rispetto ai suoi calciatori. Così non sorprende che il ritorno oggi nella Capitale del portoghese possa diventare una sorta di piccolo evento, anche perché al terzo anno la Roma e la città gli chiedono la Champions.
La Gazzetta dello Sport
Terzo tentativo Champions e una doppia Roma per riuscirci
Lunedì comincia il ritiro a Trigoria e Mourinho accoglierà i nuovi arrivati sicuri (Aouar, Ndicka e il rientrante Llorente, in prestito secco), aspettando con ansia rinforzi in attacco. Difesa e centrocampo, infatti, sono stati già potenziati, ma adesso c’è bisogno di nuova linfa in quello che è stato il punto debole del 2022-23. Così continua il pressing per avere Scamacca in prestito dal West Ham e lo svincolato Adama Traoré (ex Wolverhampton). Detto che al club è stato offerto anche Emegha (Sturm Graz) e che Darboe è andato in prestito al Lask, ci sono altri due desideri che il portoghese vorrebbe fossero esauditi: il terzino destro (con Kristensen in arrivo come prestito dal Leeds) e una mezzala (il sogno è Sabitzer, ma si segue anche Renato Sanches).
Ovvio che il pacchetto di richieste non potrà arrivare subito, ma Mourinho conta in tempi ragionevoli, anche perché vorrebbe fare un cambio di preparazione che consenta una partenza lanciata e una diminuzione del numero di infortuni muscolari, frequenti nel finale della scorsa stagione. D’altronde, la sensazione è che lo Special One passerà ancora più tempo a Trigoria, visto che lascerà la sua casa ai Parioli, per avvicinarsi a Trigoria, zona Eur. Per ora, comunque, si sistemerà in hotel. Una reggia a tempo per il nuovo re di Roma.
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